Angelo Viro, intervistato da una web tv durante l’ultima missione MAIE in Messico, a proposito dei servizi consolari che secondo alcuni connazionali e italo-messicani a Città del Messico non funzionano come dovrebbero, ha esortato la comunità a protestare.
“Penso che bisogna protestare”, ha detto il vicepresidente della Casa de Italia di Santo Domingo e dirigente del Movimento Associativo Italiani all’Estero. “Innanzitutto – ha spiegato – bisogna protestare perché spesso ci abituiamo a questo mal servizio. Ci abituiamo ad essere trattati male, ad accettare che l’ambasciatore, il console siano semidei. Sono semplicemente persone che vengono a lavorare”.
Viro, residente nella Repubblica Dominicana, è una persona che conosce molto bene il significato della parola protesta. Del resto la sua storia personale parla da sé. Per non andare troppo lontano nel tempo, il ricorso al Tar contro la chiusura e per la riapertura dell’Ambasciata d’Italia a Santo Domingo porta anche la sua firma.
Secondo l’imprenditore di origini siciliane “è inconcepibile che un consolato apra soltanto due ore al giorno. E allora quello che si dovrebbe fare è protestare. Il Comites, le associazioni che si trovano qui, devono protestare. Se tutti tacciono e non si fa la protesta questa non arriva a Roma. Quando si protesta se sono presenti anche i parlamentari che l’appoggiano meglio, ma io sono convinto che anche chi viene a lavorare viene a occuparsi del servizio al pubblico. In due ore non si può ricevere nessuno. Non è possibile che si facciano due ore di sportello e, dopo, altre sette, otto ore di incartamenti burocratici. È inconcepibile e quindi protestate, protestate in modo logico e chiaro”.
L’appello è alla comunità italiana in Messico, ma è valido per tutti i connazionali residenti oltre confine. “Noi – ha sottolineato Viro – in Repubblica Dominicana ci siamo resi conto che dovevamo protestare per ottenere certe cose, ma la protesta in fondo aiuta anche il consolato, perché non si sa realmente quanto personale ci sia, perché se hanno poco personale non possono fare più di due ore, ma il consolato, l’ambasciata può anche prendere la decisione di assumere personale locale in grado di svolgere le pratiche burocratiche e di snellire il lavoro”.
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