Un grande scrittore, storico e intellettuale venezuelano, Arturo Uslar Pietri, in una intervista di vent’anni fa, commentando il risultato delle elezioni che avevano portato Chavez al potere, affermò con lungimiranza che il detto “vox populi, vox dei” non era assolutamente vero e sentenziò: “también los pueblos se equivocan, y mucho!”.
Oggi comprendiamo e condividiamo l’affermazione di Silvio Berlusconi sul fatto che gli elettori italiani abbiano votato male. La valanga di voti al M5S, soprattutto nel Sud Italia, sono l’espressione della ricerca, erronea ed illusoria, di un maggiore benessere elargito direttamente dallo Stato. Benessere che in realtà può essere conquistato solo per mezzo di una maggiore produzione di ricchezza, alla quale il settore privato deve concorrere prevalentemente.
Vedendo i risultati delle elezioni riportati sulla carta geografica, l’Italia è apparsa divisa in due: il Nord colorato di azzurro per la prevalenza del Centrodestra, il Sud colorato con il giallo del Movimento 5 Stelle. Il rosso del Pd e dei neocomunisti invece è praticamente scomparso dalla scena, poiché gli elettori hanno potuto comprovare e giudicare il loro operato e lo hanno sonoramente bocciato.
Data questa situazione, per assurdo sarebbe interessante poter dividere in due il governo nazionale durante una legislatura, lasciando che al Nord vengano applicate le ricette della flat-tax, della sburocratizzazione e del contenimento dell’immigrazione. Al Sud invece i grillini potrebbero adottare tutte le loro misure dirigiste, munifiche verso alcuni ceti sociali e punitive verso altri.
Inoltre, per evitare le facili critiche e perequare le condizioni, si dovrebbero dividere esattamente a metà le entrate e il bilancio dello Stato, dandole in gestione ai due governi.
Dopo un quinquennio, i cittadini potrebbero tornare al voto conoscendo i risultati delle diverse amministrazioni. In tal caso noi pensiamo che, per formare un nuovo governo, non sarebbero più necessarie troppe consultazioni.
Per tornare alla realtà, non comprendiamo come Salvini e Berlusconi pensino di poter risolvere la situazione. E’ oramai più che evidente che il M5S non accetterà di allearsi con l’intero centrodestra. E se Salvini commette l’imprudenza di andare avanti da solo, sarà in netta minoranza e darà il bastone di comando al M5S.
Se poi Berlusconi pensasse di poter trovare un’improbabile sponda nel PD, ripeterebbe gli errori già commessi anni fa e non ne ricaverebbe nulla di buono.
C’è infine la possibilità che il M5S possa trovare alleati a sinistra, soprattutto quella più radicale, e ne uscirebbe una miscela assolutamente nefasta.
Occorre avvertire che c’è sempre il rischio, anche da noi, che in un futuro le finestre elettorali possano essere condizionate o addirittura chiudersi, così come è accaduto in altri paesi. Un eventuale governo illiberale, supportato anche da poteri internazionali, avrebbe molti strumenti per condizionare il popolo, e l’attuale classe politica non appare ben attrezzata a farvi fronte.
Purtroppo la modesta cultura e preparazione di molti degli attuali parlamentari, fanno rimpiangere (a noi che abbiamo avuto l’occasione di essere loro contemporanei) gli esponenti della tanto vituperata Prima Repubblica.
A questo punto, c’è solo da sperare che il centrodestra resti unito e faccia il possibile per andare a nuove elezioni.