“La sconfitta del PdL alle amministrative? E’ una sconfitta di un partito che non c’è. E’ successo in Italia ciò che alle Politiche di febbraio è successo all’estero, quando fra gli italiani nel mondo siamo passati da sette parlamentari PdL a uno solo, anche grazie al ‘brillante’ lavoro del Coordinatore, On. Guglielmo Picchi. Ecco cos’è il PdL, un partito che non c’è”. E’ durissimo il commento di Massimo Romagnoli, esponente del PdL e presidente del Movimento delle Libertà, di fronte ai dati dei ballottaggi, che vedono il centrodestra sconfitto ovunque.
Raggiunto telefonicamente da ItaliaChiamaItalia, Romagnoli parla anche del caso Roma: Gianni Alemanno è stato distrutto, nella sfida contro Ignazio Marino, neosindaco della capitale d’Italia: “Stiamo pagando la disorganizzazione del PdL, anche Alemanno sta pagando la disorganizzazione del partito. Abbiamo perso, inutile negarlo, i dati parlano chiaro: ma non è colpa di questo o quello, non è colpa di Alfano o di altri dirigenti del partito, ma è colpa di tutti noi, me compreso. Abbiamo perso, ripeto, ne prendiamo atto. Adesso dovremo rimboccarci le maniche e guardare avanti, trovare il modo di risollevarci”.
Facciamo notare a Romagnoli che senza Silvio Berlusconi in prima linea, per il PdL sembra davvero difficile conquistare consensi: “Sono completamente d’accordo. Il PdL è Silvio, Silvio è il PdL. Da dove ripartire, adesso? Dalla base, dai congressi. Noi continuiamo a perdere perché non facciamo il tesseramento, non facciamo i congressi. Se non ci sarà un cambio di rotta nel partito, andremo a sbattere”.
Romagnoli ci parla dalla ‘sua’ Capo d’Orlando, comune in provincia di Messina. Anche in Sicilia il PdL è ridotto molto male: “Sì, siamo alla disperazione, è una vergogna. Anche i vari litigi interni non ci hanno aiutato. Sono davvero deluso. E arrabbiato”.
Discussione su questo articolo