Le elezioni amministrative? Non è un voto politico, ma locale. E’ importante, sì, ma non decisivo. Questo, in sintesi, il messaggio che Silvio Berlusconi ha voluto lanciare ai big del Popolo della Libertà, riuniti a Palazzo Grazioli per parlare, fra le altre cose, anche del voto di primavera.
Il PdL sa che sarà difficile conquistare il consenso dei cittadini, alla sfida elettorale che si aprirà il 6 maggio. La base del centrodestra è scontenta, arrabbiata e delusa perchè il PdL ha deciso di sostenere il governo di Mario Monti, anche se il Cavaliere aveva più volte ripetuto: se il mio governo cade, si va al voto. E’ lo stesso motivo per cui la Lega ha deciso di rompere l’alleanza con il partito di via dell’Umiltà: appoggiate Monti? E noi andiamo all’opposizione, ha chiarito fin da subito il Carroccio. Ed ora ribadisce: alle amministrative correremo da soli, l’alleanza con il PdL è finita.
Il partito guidato da Angelino Alfano si trova quindi sempre più in difficoltà sul territorio. Anche perchè è un caos completo per ciò che riguarda la scelta delle candidature nelle varie città. A Genova, per esempio, Giancarlo Vinacci, il candidato scelto dal PdL, ha ritirato la sua disponibilità a candidarsi. E il partito fatica a trovare un’altra persona: Marco Doria, il candidato arancione del centrosinistra, è considerato troppo forte e le chance di trovare un nome targato Pdl in grado di ‘giocarsela’ alla pari sono date al minimo, per di più se il Terzo Polo dovesse confermare di presentarsi da solo con il centrista Enrico Musso.
In Sicilia è ancora tutto il alto mare, mentre in Puglia pare l’accordo fra PdL e Udc sullo stesso candidato sia stato ormai raggiunto.
Ma al di là dei casi particolari, è ormai chiaro che il PdL ha paura: teme che il risultato alle amministrative non sia per nulla soddisfacente. E’ proprio per questo che il Cav mette le mani avanti e invita i vertici del partito a fare lo stesso: non è un voto che può rispecchiare davvero ciò che pensano gli italiani. E’ importante ma non fondamentale, è un voto politico ma locale e non nazionale: il ritornello che Berlusconi continua a ripetere ai suoi è proprio questo.
Del resto i sondaggi, tutti, parlano chiaro: il PdL è fermo al 22, 23%. Un dato molto, troppo basso, per il partito che oggi è il più grande in Parlamento; con un Pd che invece, nei sondaggi, continua a volare alto. E gli ultimi dati parlano di un Fli che è oltre il 4% e di una Lega al 10%.
A proposito di Fli: si racconta di un confronto fra Alfano e Fini nei corridoi di Montecitorio. Il segretario del PdL avrebbe proposto a Fini l’alleanza in alcuni comuni italiani, ma il presidente della Camera non ne ha voluto sapere. Più flessibile invece Casini, leader Udc: in molte città PdL e Udc correranno insieme.
Tante difficoltà da superare, prima di arrivare a maggio. Una cosa è certa: Silvio Berlusconi si prepara a definire un "incidente di percorso" una eventuale sconfitta alle amministrative. Lui punta dritto dritto al dopo-Monti, al volto politico del 2013. E’ quella la partita che vuole vincere davvero. Ce la farà?
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