Alla luce di quanto è successo alle elezioni amministrative e ai ballottaggi, è ora di riflettere. Il Popolo della Libertà ha subito una sconfitta pesante. Certo, l’astensionismo l’ha penalizzato. Del resto, l’astensionismo penalizza più il centro destra che il centro sinistra. Però, non possiamo nascondere gli errori. Il Popolo della Libertà deve usare questa sconfitta per imparare dai suoi errori. Il primo è stato l’appoggio al governo Monti, appoggio che ha comportato un’abdicazione della politica, che ha lasciato spazio alla tecnocrazia ha provocato la rottura con la Lega Nord.
Anche il Partito Democratico appoggia Monti, ma gli elettori di sinistra votano sempre, essendo più militarizzati. L’elettore di centro destra è ideologicamente più libero e quando vede che il suo partito non funziona, non vota.
Il secondo errore è stato essersi affidati nei livelli locali a personalità che hanno pensato più agli interessi delle correnti a cui appartengono che non agli interessi del partito, della coalizione e della cittadinanza. Anche per quanto riguarda gli italiani all’estero, la situazione è analoga. Questi errori sono stati pagati pesantemente. La sinistra non è maggioranza nel Paese. Tuttavia, la sinistra rischia di vincere le elezioni, per questi errori che, a mio giudizio, sono stupidi.
Prima di tutto, il Popolo della Libertà deve incominciare a mettere dei paletti a Monti e a minacciare di farlo cadere, qualora non si comportasse bene. In secondo luogo, il partito deve tornare a parlare con la gente, riprendendo quello che il presidente Berlusconi iniziò nel 1994. Deve valorizzare i giovani e portare avanti progetti nuovi che abbiano come fulcro i valori tradizionali, come la difesa della famiglia e quella della vita, la cultura del lavoro (autonomo e dipendente), inteso come fonte di ricchezza e di realizzazione della persona, e l’amicizia verso gli U.S.A ed Israele. Deve tornare a parlare di federalismo, di riduzione della burocrazia e di riforme delle istituzioni. Non dovrebbe avere paura nemmeno di parlare di presidenzialismo all’americana e di riforme anche radicali per rendere questo Paese governabile. Deve anche dire basta con i fenomeni correntizi. Il Popolo della Libertà è un grande partito, un partito che ha delle correnti al suo interno. Tuttavia, il partito deve venire prima delle correnti. Se non fa ciò, il partito rischia di sparire.
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