Giancarlo Galan, ex ministro della Cultura, uomo molto vicino a Silvio Berlusconi, in un’intervista dice basta a quello che definisce il ‘cerchio magico’ del PdL, "composto da Cicchitto, La Russa e Gasparri. Che, oltre ad essere l’emblema di questa saldatura, sono anche ‘vecchi’, al di là del dato anagrafico, di cui non mi frega nulla. Bisogna cambiare tutto al nostro interno, tornando a vivere lo spirito del ’94, fatto di moderazione e tolleranza".
Secondo Galan il Pdl puó risalire la china "riprendendo il programma del 1994 e aggiornandolo. Partendo da un principio cardine: meno Stato e più cittadini. Secondo: manderei a casa tutti. A partire da me stesso, mettendo facce nuove. Basta vedere sempre i soliti noti".
"In Veneto non abbiamo perso neanche un Comune. È un dato da non sottovalutare. E poi c’è il sondaggio fatto pochi mesi fa, secondo cui il 74 per cento del nostro elettorato vedeva con favore il ritorno a Forza Italia. Certo che se l’analisi più profonda che fa il coordinatore è quella secondo cui ‘abbiamo sbagliato i candidati’, a me viene da pensare che abbiamo sbagliato il coordinatore".
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