Il primo turno delle Comunali si chiude con un calo a due cifre dell’affluenza, fenomeno atteso secondo alcuni, ma che inevitabilmente inneschera’ un profluvio di interpretazioni sulle ragioni alla base della scarsa partecipazione al voto dei cittadini. Il dato del primo turno si e’ fermato al 62,38%, facendo segnare un crollo di quasi 15 punti percentuali rispetto alle elezioni del 2008 (78,1%). Ma il dato peggiore e’ quello di Roma, dove un cittadino su due non si e’ recato al seggio: qui l’affluenza e’ stata del 52,8%, quasi 21 punti percentuali rispetto alla precedente tornata comunale (73,66%).
Male anche nell’altro capoluogo di Regione, Ancona, dove i votanti sono stati pari al 58,18%, 15 punti in meno rispetto al 73,19 precedente. Lo sciopero degli elettori ha interessato anche alcuni dei capoluoghi di Provincia: tra questi, presenze al lumicino a Pisa (55,77 contro il precedente 79,95%), Sondrio (59,56 e 79,77%), Vicenza (62,99 e 81,14%), Treviso (63,25 e 79,40%) e Lodi (63,64 e 71,09%). Soltanto di poco superiore il dato degli altri capoluoghi, tra i quali tuttavia svettano Avellino (76,96, contro un precedente dell’82,2%) e Barletta (74,87 e 77,14%).
Disaffezione a due cifre anche a livello regionale, ambito nel quale spiccano i dati minimi di Toscana, Emilia Romagna e Umbria. La prima, da sempre territorio attento alle scadenze elettorali, al primo turno archivia il 60,16%, scontando rispetto alle precedenti comunali una differenze addirittura di 20,5 punti percentuali; per l’Emilia Romagna i dati del Viminale riportano uno striminzito 61,85%, vale a dire 18,84 punti percentuali rispetto al precedente 80,69%, non lontano dall’Umbria, che perde piu’ di 16 punti percentuali (62,74 contro il 78,91%). Ma il fenomeno del calo degli elettori viene registrato anche in Lombardia (62,70 contro il precedente 81,23%), in Liguria (62,91 e 74,56%) e Basilicata (61,98 e 68,89%). Il dato piu’ alto dell’affluenza se lo aggiudica la Campania, con il 74,41% (-4,7 punti percentuali), seguita dalla Puglia (71,93%, -5 punti) e dall’Abruzzo (69,95%, – 7,75 punti).
Sulla scarsa presenza di elettori in questa tornata comunale ha detto la sua anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano, che oggi ha ricordato come ‘nella gran parte dei Comuni dove ieri e oggi si e’ votato, nel 2008 le Comunali si erano svolte insieme alle Politiche e cio’ potrebbe aver trascinato in su l’affluenza’. A riprova di cio’ e’ bene ricordare, ad esempio, che alle elezioni comunali nella Capitale del 2008, che videro la sconfitta di Francesco Rutelli ad opera di Gianni Alemanno, si registro’ un’affluenza piu’ alta al primo turno (73,66%) e, contrariamente alle aspettative che per forza di cose esprimeranno tutti i candidati sindaci della Capitale dopo la chiusura delle urne di oggi, un drastico calo al secondo turno (63,12%). Un dato decisamente in linea con quello delle amministrative del 2003, in cui l’affluenza arrivo’ al 66,5%.
ROMA, AFFLUENZA 52,8%. AL PRIMO TURNO VINCE IL NON VOTO Almeno un ‘candidato’ ha rischiato di salire al Campidoglio al primo turno: e’ l’astensionismo, che nella Capitale chiamata a eleggere il nuovo sindaco ha conquistato la meta’ degli elettori. E’ infatti del 52,8 per cento l’affluenza definitiva alle Amministrative del 2013 per la citta’ di Roma. Mentre quasi un elettore su due non ha votato, senza distinzione tra centro o periferia e colpendo roccaforti sia di destra che di sinistra. Rispetto alle politiche dello scorso febbraio, quando a Roma l’affluenza si era attestata al 77,63 per cento, c’e’ stato un calo di votanti di quasi 25 punti. Mentre alle precedenti elezioni comunali, nel 2008, alle urne era andato il 73,52%, con un calo di oltre 20 punti rispetto al voto di oggi. La zona piu’ delusa dalla politica e’ Roma Nord, per molta parte storica roccaforte del centrodestra, dove il ‘candidato invisibile’, cioe’ l’astensionismo, sarebbe gia’ sindaco, superando il 50 per cento, succede in XIV e XV Municipio, cioe’ Cassia, Flaminia, Primavalle e Trionfale. Anche il centro storico reagisce male, con un pesante trend negativo specie se calcolato nel quartiere Prati, quello a due passi dal Vaticano. Il popolare quartiere della Garbatella, da sempre roccaforte della sinistra, tiene bene in termini di valori assoluti, ma crolla rispetto all’affluenza passata. E’ qui che si registra il delta negativo con un crollo dell’affluenza che sfiora il 31 per cento.
Reggono bene invece Monte Sacro e il Tiburtino, con buoni valori di affluenza assoluti e relativi. In termini assoluti l’affluenza maggiore si e’ concentrata nelle popolose aree del Nomentano e del Tiburtino (cioe’ gli attuali III e IV Municipio), con una corsa alle urne relativamente alta, ben sopra il 55% contro il 52,8 della citta’. Bene anche Aurelio-Boccea, attuale XIII Municipio (55,2) ma anche l’Eur (oggi IX) con il 54,1 per cento. L’Eur si conferma uno dei quartieri maggiormente attivi nella politica, perche’ anche alle politiche di qualche mese fa la zona fu la seconda per affluenza, sfiorando l’82%.
Perfettamente diviso a meta’, ma in calo rispetto alle Politiche, e invece il centro storico. L’affluenza delle Comunali si e’ fermata al 50,6 per cento. Ma l’attuale I Municipio comprende oggi anche il XVII, cioe’ Prati, che a febbraio invece supero’ la media cittadina andando vicina all’80 per cento. Se si considerasse dunque solo il voto di Prati, il gap sfiorerebbe il 28,7 per cento, quasi un record cittadino.
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