Arrivano i primi dati relativi al secondo turno delle elezioni amministrative e il PdL comincia già a mettere le mani avanti: è necessario un cambio all’interno del partito, perché così non si può continuare. E’ questa la sintesi dei vari interventi che gli esponenti del partito trasmettono alle agenzie.
“L’errore che non puo’ fare la politica e’ di non capire cosa sta accadendo”, commenta Maurizio Lupi, PdL e Vicepresidente della Camera dei Deputati, ospite del Tg1: “Potremmo accontentarci del fatto che il Pdl resta il perno dell’area moderata del centrodestra, ma non e’ sufficiente. Se non siamo in grado come area dei moderati di capire il malessere e se non ridiamo una prospettiva attraverso volti e programmi nuovi diventeremo sempre più ininfluenti o lasceremo terreno a Grillo che non interpreta una proposta positiva, ma un malessere”.
Gianni Alemanno, sindaco di Roma ed esponente di punta del Popolo della Libertà, è convinto che il PdL debba “compiere una svolta profonda”. Il segretario del partito, Angelino Alfano, “ha finito i cento giorni, la cosiddetta luna di miele, deve decidere un cambiamento vero e totale del partito, convocare il congresso, cambiare classe dirigente e forse cambiare nome”. PdL e Pd, “i due schieramenti dei partiti principali, in questi mesi sono andati avanti entrambi per inerzia – osserva il primo cittadino della Capitale – come se non fosse successo nulla con la caduta del governo Berlusconi" . Il PdL, in particolare, “continua a rinviare una chiara definizione del suo percorso e del suo futuro”. “L’astensionismo, la disaffezione e il bassissimo consenso che c’e’ nei confronti dei partiti e della politica devono chiamare tutti a una catarsi profonda".
Mariastella Gelmini, ospite della diretta del Tg3, sottolinea: “Il Pdl paga l’astensione, che colpisce tutti ma in prevalenza il centrodestra. Non e’ una sorpresa per noi che si paghi l’appoggio alla politica economica del governo Monti che – rileva – non piace al nostro blocco sociale di riferimento, a imprenditori e commercianti che non vedono luce in fondo a un tunnel sacrifici".
Dunque il Popolo della Libertà annusa l’ennesima sconfitta. Certo ha ragione Alemanno quando spiega che è necessaria una svolta, un colpo di reni per rilanciare e ridare credibilità al progetto. Non sappiamo se Alfano sia da archiviare come segretario, certo è che il partito esce con le ossa rotte da queste amministrative. Aspettiamo i dati definitivi, ma le previsioni sono piuttosto preoccupanti.
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