Il funzionario del Programma alimentare mondiale (Pam) accusato di omesse cautele in relazione all’omicidio dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, morti in Congo nel febbraio scorso, puo’ essere perseguito per legge in quanto non gode di immunita’ diplomatiche nel nostro paese. E’ questo il ragionamento fatto dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco nel respingere l’eccezione che era stata avanzata dai legali dell’agenzia che fa capo alle Nazioni Unite. Della vicenda ne scrive oggi la Repubblica.
Il nome dell’indagato non risulta infatti nella lista che il Pam, che ha sede in Italia, invia ogni anno alla Farnesina nell’ambito dell’ ‘accordo sede’. Si tratta di una intesa siglata nel 1994 che riconosce sul nostro territorio sia ai funzionari che ai dipendenti Pam l’immunita’ penale cosi’ come prevista per i dipolomatici. L’indagato, e’ questo il ragionamento fatto a piazzale Clodio, gode di immunita’ in Congo ma non in Italia e questo lo equipara a qualsiasi cittadino in tema di procedibilita’ penale.