Salvatore Attanasio, padre dell’ambasciatore italiano ucciso in Congo il 22 febbraio 2021 insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci ed all’autista Mustapha Milambo, in una intervista ad Avvenire dichiara: la visita del Papa in Congo “ha il grande merito di accendere i riflettori sulle guerre, sulle povertà, sullo sfruttamento che vivono milioni di congolesi. Non a caso nel primo incontro Francesco ha chiesto che si fermi il colonialismo economico, lo sfruttamento delle risorse congolesi che fa sì che anche adesso gruppi diversi si ammazzino per il controllo delle miniere d’oro, di coltan e di altri minerali che poi rivendono fuori dall’Africa. E poi è importante anche per noi. Perché la visita sia anche di sprone a fare luce su quanto accaduto. Perché tre bimbe hanno perso il loro papà, una moglie suo marito e noi, mia moglie ed io, nostro figlio. Anche per questo ci dispiace che gli scontri in corso nella regione di Goma non permettano a Francesco di visitare il luogo dove Luca è stato ucciso”.
“Il Papa ci ha ascoltato con attenzione – aggiunge -, ha compreso il nostro dolore. Con le bambine poi è stato tenerissimo, sembrava uno zio di famiglia. Loro lo hanno ascoltato e hanno dialogato con lui”.
Ricorda poi che suo figlio era un “costruttore di ponti”: “Diceva sempre che è importante instaurare legami solidi con il nostro Paese per il bene e l’interesse di tutti, nostro e queste popolazioni. Era arrivato a Kinshasa dopo aver servito l’Italia in Svizzera, in Marocco, in Nigeria, avere tessuto relazioni in tutte le parti del mondo. Lo testimoniano le tante partecipazioni al lutto, oltre 5 mila. Prima di prendere servizio nelle diverse rappresentanze italiane all’estero, studiava il territorio, le emergenze in atto, e naturalmente le presenze industriali, lavorative italiane presenti” e “nel cuore aveva anche i missionari, le religiose, il volontariato: ascoltava e cercava di favorire le loro richieste. Nel 2019, per il 2 giugno, in occasione della festa della Repubblica, aveva dato in ambasciata una grande festa, oltre 500 gli invitati. Mancavano tre suorine. Diede ordine al suo autista di recarsi al villaggio e di portarle all’ambasciata. Era un grande amico dei Saveriani, attento alle necessità dei poveri. E quante volte ha messo mano al suo portafoglio personale per aiutare famiglie in difficoltà. Il Papa è in missione di pace, così come Luca è stato in missione al servizio dell’Italia, per portare in questa terra la pace, la nostra cultura, la nostra generosità, in una comunità povera, in una terra con tanti disagi, consapevole di essere lui un privilegiato”. E conclude: “Per questo l’Italia deve sapere la verità su questo eccidio. E’ un atto dovuto a tutta la nazione”.