Mario Giro, viceministro degli Esteri, rispondendo a una interrogazione parlamentare, la numero 4-06554, fascicolo n.160, a firma De Cristofaro, riguardante il caso dell’Ambasciata italiana a Santo Domingo, scrive: “La soppressione dell’Ambasciata d’Italia in Santo Domingo rientrava tra le misure di riorganizzazione della rete all’estero imposte dal decreto sulla revisione della spesa (decreto-legge n. 95 del 2012), che ha comportato per il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale l’attuazione di interventi su 35 strutture all’estero nel biennio 2013-2014.
Per ammortizzare gli effetti della chiusura della Rappresentanza diplomatica italiana nella Repubblica Dominicana ed assicurare al contempo il proficuo sviluppo delle relazioni con le autorità locali ed i servizi necessari ai connazionali residenti ed in visita, la Farnesina aveva ridisegnato la presenza istituzionale italiana nel Paese caraibico accompagnando il provvedimento di chiusura con un ventaglio di misure sostitutive e compensative, tra le quali l’istituzione nella capitale dominicana di una sezione distaccata dell’Ambasciata a Panama e il potenziamento della rete consolare onoraria nell’isola. Tali misure hanno contribuito a contenere i disagi nell’erogazione dei servizi, garantendo inoltre un risparmio erariale che, per il 2015, ha superato i 300.000 euro in costi di personale, grazie alla soppressione di taluni posti in organico che ha accompagnato la chiusura dell’Ufficio”.
“Quanto all’asserito criterio di invarianza di servizi, va segnalato – prosegue Giro – che il Consiglio di Stato, in data 29 febbraio 2016, nel ribaltare la sentenza con cui il TAR del Lazio aveva annullato il provvedimento di soppressione dell’Ambasciata a Santo Domingo, ha confermato che il citato criterio “non possa essere inteso come volto a cristallizzare (e quindi a garantire in assoluto) le pregresse modalità di erogazione dei servizi stessi”. Il criterio di “invarianza dei servizi” doveva pertanto essere interpretato in senso ampio e rivolto ad assicurare la continuità nell’erogazione degli stessi, ma non necessariamente secondo specifiche procedure e modalità di fornitura.
Nel quadro di un rilancio della proiezione istituzionale all’estero, il Governo ha deciso il 4 ottobre 2016 di re-istituire l’Ambasciata a Santo Domingo. Espletate le procedure diplomatiche e amministrative necessarie, lo scorso 1° febbraio l’Ambasciata ha ufficialmente riaperto e sono in corso le procedure per l’accreditamento del nuovo capo missione. L’amministrazione, anche al fine di contenere gli oneri connessi alla riapertura, ha previsto modalità organizzative che assicurino il migliore rapporto costi-benefici”.
CAPITOLO IRREGOLARITA’
“Per quanto riguarda il quesito in merito alle irregolarità riscontrate nell’emissione dei visti durante il periodo precedente la soppressione della sede nel 2015, si precisa quanto segue. A seguito di una segnalazione delle autorità spagnole, nel giugno 2012 i competenti organi centrali del Ministero hanno avviato una serie di accertamenti e verifiche, dalle quali emergeva che tra il settembre 2011 e il giugno 2012 l’Ambasciata aveva emesso un numero consistente di visti irregolari.
Alla luce degli accertamenti compiuti, l’amministrazione ha avviato procedimenti disciplinari contro i responsabili dell’indebita emissione dei visti, in violazione della normativa Schengen e di quella italiana: si tratta del capo missione pro tempore e di un dipendente di ruolo addetto all’ufficio visti. Ulteriori procedimenti sono stati aperti nei confronti di altri due dipendenti di ruolo, per mancata collaborazione con l’autorità disciplinare. Per le responsabilità ascrittegli, al capo missione pro tempore è stata irrogata la sanzione della sospensione disciplinare dal servizio e dalla retribuzione per 6 mesi, che il diplomatico ha scontato per intero prima di essere collocato a riposo. Identica sanzione è stata irrogata al suo collaboratore addetto all’ufficio visti. Agli altri due dipendenti, che avevano mancato di collaborare con l’autorità disciplinare, sono state irrogate sanzioni di minore entità. Altre sanzioni sono state infine irrogate ad 8 impiegati a contratto, sia per inosservanza di norme in materia di visti, sia per condotta negligente, sia per reticenze nel fornire la propria testimonianza sui fatti all’autorità disciplinare”.
“La vicenda esposta – conclude il viceministro Mario Giro – e tutta la documentazione agli atti dell’amministrazione, ivi compresi gli atti dei procedimenti disciplinari a carico dei soggetti coinvolti, è stata segnalata, inviata e sottoposta all’autorità giudiziaria che, dopo aver aperto un procedimento penale, nel novembre 2013 ne ha disposto l’archiviazione”.
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