La risposta del viceministro degli Esteri Mario Giro a una interrogazione parlamentare riguardante l’Ambasciata italiana a Santo Domingo ha scatenato molte reazioni da parte dei connazionali residenti nella Repubblica Dominicana. I diversi coordinatori del Movimento Associativo Italiani all’Estero, in particolare, hanno voluto dire la loro, dando voce anche a coloro che non ce l’hanno. Ecco qui di seguito i loro interventi.
FLAVIO BELLINATO, coordinatore MAIE RD
La risposta del Vice Ministro Mario Giro all’interrogazione parlamentare dell’On. De Cristofaro conferma essenzialmente due realtà, che già conoscevamo. La prima: il Governo è miope di fronte alle difficoltà che hanno vissuto e continuano ad affrontare i connazionali che si trovano in Repubblica Dominicana e ha uno strano modo di intendere la parola “risparmio”. Si parla di 300.000 euro risparmiati, mettendo in difficoltà migliaia di persone, senza però spiegare che i contrattisti locali sono comunque stati ricollocati, le proprietà dove si trova l’Ambasciata e la residenza dell’Ambasciatore non pagano affitto, i servizi erogati potevano in buona parte coprire le spese e, soprattutto, il potenziamento dell’Ambasciata d’Italia a Panama ha comunque avuto un costo (vedi affitto di una nuova sede più onerosa e concorsi pubblici realizzati per contrattare nuovo personale).
In secondo luogo Giro conferma, dando nuovi dettagli che prima non erano stati resi pubblici, ció che giá aveva dichiarato al direttore Ricky Filosa, in una intervista per il Listin Diario, nel 2014 riguardo a irregolaritá nel rilascio di visti in favore di cittadini stranieri residenti in Repubblica Dominicana. La maggior parte dei connazionali da sempre ipotizza che la decisione di chiudere l’Ambasciata é la conseguenza di queste irregolaritá che sono venute alla luce. A quanto pare, nessuna autoritá ammetterá mai che vi sia una relazione tra la necessitá di risparmio da parte dello Stato e questo scandalo.
La comunitá non potrá piú darsi il lusso di permettere che certe cose accadano. Una comunitá piú attenta e participativa, un Com.It.Es. istituzionalmente piú forte e piú dinamico sotto la guida del Cav. Paolo Dussich ed una politica per gli italiani all’estero meno distante da queste questioni, sono la giusta ricetta per frenare il calpestamento dei nostri diritti.
ARMANDO TAVANO, MAIE SD (dichiarazioni prese dal suo blog):
“Il potenziamento della rete consolare onoraria nell’isola non ha diminuito nel modo più assoluto la difficoltà nell’erogazione dei servizi consolari perché a queste figure non sono state assegnate mai le credenziali atte a tale scopo. Si deve concludere che di fatto non c’è stata nessuna misura sostitutiva o compensativa, tant’è che la rete onoraria ha funto solo da passacarte. I 300.000 euro di risparmi in costi del personale, relativamente al 2015 rappresentano una cifra ridicola, tenendo presente la rilevanza della sede diplomatica di Santo Domingo e l’entità dei suoi incassi a titolo di tariffe”.
E aggiunge: “Si noti che Giro parla di un risparmio erariale di 300.000 euro. C’è da dire che in effetti le sedi diplomatiche non vengono prese in considerazione come centri di contabilizzazione di costi e di proventi a sé stanti, con quindi un utile sui generis o una perdita sui generis anche se in realtà la differenza tra entrate e uscite non incide sulla rilevanza che una sede diplomatica può avere. Comunque l’importo di 300.000 euro non può assolutamente giustificare la chiusura della nostra ambasciata. Esso non significa assolutamente niente se prendiamo in considerazione i disagi subiti dalla nostra comunità a livello di individui e di imprese”.
“La segnalazione del viceministro della decisione del Consiglio di Stato circa l’invarianza dei servizi prevista dalla legge della Spending Review dimostra soltanto che questa, l’invarianza, non è stata rispettata dalla Farnesina. Il fatto che il Consiglio di Stato abbia deciso che l’invarianza dei servizi non possa di regola essere concretamente mantenuta in presenza di una riduzione delle spese rappresenta un vero e proprio abuso di potere perché la massima istanza della magistratura amministrativa si è così facendo sostituita al legislatore. E su queste cose ci dovremo ritornare anche in futuro perché siamo in presenza di una vera e propria offesa all’intelligenza, una cosa che spesso i prepotenti non possono evitare”.
EUGENIO AUSTRIA, coordinatore MAIE Fisco e Pensioni
“Ritengo che le dichiarazioni rilasciate dal vice ministro Giro siano finalmente un fascio di luce che illumina il buio che fino ad ora ha regnato in questa vicenda. Ad oggi erano state solo voci, frasi dette a mezza voce.
Finalmente, per bocca del vice ministro, il Mae ammette che dirigenti ed impiegati infedeli hanno operato indisturbati per molto tempo nella sede diplomatica di S Domingo, però si parla solo, ed in modo generico, di irregolarità nel rilascio dei visti e reticenza a collaborare con gli ispettori inviati dal ministero. Se in una parte della risposta si ammette questo, in un’altra si ribadisce che la chiusura dell’ambasciata è stata fatta per motivi di risparmio economico.
Sinceramente ci piacerebbe che questa fosse stata la vera ragione, ma sappiamo tutti che non è stato cosi. Come sappiamo tutti che nel periodo di chiusura i disagi per ottenere i servizi consolari sono stati tantissimi ed ancora oggi, nonostante la riapertura della sede ci troviamo a dover soffrire non poco per averli, questi benedetti servizi consolari. Altra nota dolente della risposta del vice ministro è la dichiarazione che la magistratura ha archiviato il caso, sarebbe interessante leggerne le motivazioni (dell’archiviazione), resta comunque viva la sensazione, nella comunità italiana a S Domingo, di aver subito un grosso torto al quale, fino ad oggi, non si è voluto porre rimedio”.
Discussione su questo articolo