Guardo la foto di Ricky Filosa che, stese a terra bandiere e messi cartelli davanti ai cancelli dell’Ambasciata, grida la sua protesta per la chiusura della rappresentanza diplomatica italiana a Santo Domingo già un mese dopo l’annuncio. Ci sono foto che colpiscono e si ricordano, che diventano un simbolo, come quella del giovane solo davanti ai carri armati in Piazza Tien a Mein, per intenderci.
Così il Coordinatore del MAIE in Centro America e Caraibi, come un cavaliere medioevale o un lonesome cow boy partì da solo per la battaglia riuscendo man mano a coinvolgere sempre più connazionali. Ma ora che finalmente è vinta, improvvisamente si vede superare da parlamentari sgomitanti.
Che ci volete fare? E’ la famosa storia dei mille padri di ogni vittoria. Ma dove erano tutti questi autocertificati salvatori della patria quando Ricky Filosa faticosamente riusciva ad interessare anche i tanti che dapprima erano convinti che l’Italia alla fine li avrebbe abbandonati a se stessi? Quando in Repubblica Dominicana lanciava una raccolta di firme a Boca Chica, a Juan Dolio e in Capitale grazie a Michele Cerchiara, Federico Floris e Flavio d’Alessandro? Quando Flavio Bellinato e Armando Tavano denunciavano i gravi disagi dei connazionali dovuti alla chiusura dell’ambasciata? Quando Filosa a Roma faceva presentare interrogazioni ai parlamentari del MAIE?
NEL VIDEO, MANIFESTAZIONE MAIE DAVANTI ALL’AMBASCIATA DI SD
Questa lotta dura, alcuni mesi dopo, riuscì a risvegliare la Casa d’Italia che da quel momento profuse tutto il suo impegno.
Dove erano tutti questi paladini a posteriori quando l’On. Ricardo Merlo fu l’unico parlamentare eletto all’estero ad andare a Santo Domingo, l’unico a metterci la faccia? Eppure lui è eletto a furore di popolo in America Meridionale e non con i voti della Repubblica Dominicana. Ma, quando un rappresentante autentico degli italiani all’estero crede davvero nella sua missione, si mette a disposizione senza stare a pensare alle proprie convenienze personali. Merlo incontrò l’incaricato d’affari e il Console generale onorario confrontandosi con loro sulle difficoltà per i connazionali dovute all’assenza di un’Ambasciata. Poi, una volta ritornato a Roma, cominciò a muoversi all’interno dei Palazzi, come un politico di razza sa fare, per sbloccare la situazione, mentre sul territorio la squadra del MAIE, senza mai mollare, continuava a farsi sentire sui media locali e su quelli italiani con interventi, interviste, comunicati stampa…
Guardo la foto di Ricky Filosa che quel giorno riesce a radunare faticosamente il primo gruppetto di manifestanti davanti all’Ambasciata e poi rileggo le dichiarazioni di questi giorni dell’On. Caruso, del Sen. Di Biagio e soprattutto delle onorevolesse La Marca e Nissoli e del Sen. Turano, parlamentari eletti – loro sì – nella ripartizione elettorale di cui fa parte la Repubblica Dominicana. Nessuno di costoro ha mai mosso un dito per aiutare il MAIE nella sacrosanta battaglia. Mai si sono presi la briga di prendere un aereo per recarsi a Santo Domingo pur avendo diritto a viaggiare gratis all’interno della ripartizione in cui sono stati eletti, a differenza dell’On. Merlo che il biglietto ha dovuto pagarselo di tasca propria. Se ne sono fregati. Forse hanno pensato che fosse una battaglia persa o forse hanno avuto paura di essere presi a pesci in faccia sull’isola quali corresponsabili, visto che il governo che aveva chiuso la sede diplomatica è sempre stato da loro appoggiato in Parlamento.
Poi, due anni e passa dopo, quando sono cominciati i primi sentori che il governo si stava arrendendo e la riapertura era vicina, si è accesa la lampadina dell’interessamento. Pronti, via! E’ iniziata la corsa al tesoro per accaparrarsi un posto in prima fila per la festa della vittoria.
Persino il rappresentante in Nord e Centro America di un’associazione un tempo gloriosa, che aveva fino ad allora brillato per la sua assenza, si precipitò a fare scena e inutile passerella.
Mentre sto scrivendo mi giunge la notizia che la onorevola Angela Rosaria Fucsia Nissoli si è vantata con l’Ambasciatrice della Repubblica Domenicana Peggy Cabral di essere stata l’artefice della riapertura ed ha annunciato che andrà a Santo Domingo nei prossimi mesi “para dar seguimento a dicho proceso”. Sì, vada pure adesso a cose fatte, vedrà che bella accoglienza; il pesce è pronto… e lì ai Caraibi è molto buono.
Mio caro Ricky, capisco la tua irritazione, ma non temere: gli italiani in quella zona del mondo sanno bene chi si è impegnato in prima persona e chi non ha fatto una mazza, ma ora si impegna a inviare comunicati a raffica.
Quello di Caruso è particolarmente ridicolo, quello di Di Biagio parla della vittoria della “comunità” piuttosto che fare nome (Ricky), cognome (Filosa) e organizzazione (MAIE). Nissoli, La Marca e Turano possono dire e scrivere quello che vogliono, ma non riusciranno a fare dimenticare il loro assoluto disinteresse dimostrato finora nei confronti degli elettori.
A te, Ricky, dedico la massima del Mahatma Gandhi, che ben ti si attaglia: “Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci”. Complimenti per la vittoria a te, a Merlo, al MAIE.
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