Sono approdato nella Repubblica Dominicana esattamente 13 anni dopo le tre caravelle di Cristoforo Colombo.
Intendiamoci: non quelle del 1492, che Las Terrenas lo hanno visto da parecchio lontano, ma la Pinta, la Nina e la Santa Maria cui Alberto Lattuada, nel 1985, aveva fatto scoprire l’America sulla spiaggia di Punta Popi, con il kolossal “Cristoforo Colombo” della RAI, di cui rimangono le vestigia del pozo che la troupe aveva scavato per approvvigionarsi di acqua.
La mia “scoperta” é avvenuta, invece, il 28 luglio del 1998. Ho ancora nella testa il “clack” fragoroso che ha fatto la porta di quello che in Italia, era stato il mio appartamento, vuoto, quando me la sono chiusa definitivamente alle spalle.
La mia Las Terrenas, la mia Repubblica Dominicana dei miei primi anni nei Caraibi era molto diversa dall’attuale.
L’avevo scelta per le sue spiagge, per il tanto verde, per la scarsa urbanizzazione ma, soprattutto, perché, dopo tanto vagabondare per il mondo alla ricerca di una seconda patria dove trascorrere parte della mia vita, la mia ex consorte mi aveva posto di fronte ad un vero e proprio ultimatum: “O qui o rimaniamo in Italia”. Ed io volevo vivere appieno il mio sogno caraibico.
Alla fine degli anni Novanta gli italiani, a Las Terrenas, non erano molti e ci si conosceva tutti. Il primo supermercato degno di questo nome era italiano, costruito da Armando Lonero e gestito da Amedeo Gentile. Si chiamava Tio Billy. Adesso é il Lindo, e sono subentrati dei francesi.