Negli ultimi 30 anni il Rotary ha consentito di vaccinare 2,5 miliardi di bambini in 122 Paesi, con un impegno economico di circa 2 miliardi di dollari da parte dei soci rotariani di tutto il mondo. Così i casi di poliomelite si sono ridotti del 99.9% ed oggi solo 2 Paesi sono endemici: Pakistan (128 casi nel 2019) ed Afghanistan (28 casi nel 2019), per un totale di appena 156 casi contro i 350 mila casi del 1988.
Dopo avere debellato quasi del tutto la poliomelite, la sfida più grande del Rotary parte ora da Roma, più precisamente dal Rotary Club Roma Capitale (distretto rotariano 2080) che sta proponendo ai rotariani di tutto il mondo di concentrarsi nella lotta ad un’altra malattia: l’Alzheimer.
«Bisogna trovare molti più fondi per finanziare la ricerca e di questo possiamo farci carico noi rotariani, proprio come abbiamo fatto per la poliomelite» sostiene il dott. Renato Boccia, portavoce e responsabile -insieme al consocio rotariano Claudio Pernazza- del Progetto Alzheimer del Rotary Club Roma Capitale.
Il progetto rotariano a carattere internazionale parte dunque dal nostro Paese, ma anche il progetto contro la poleomelite ha la sua prima origine, 41 anni fa, per opera di un piccolo club italiano: il Rotary Club di Treviglio, che, tramite il suo presidente Sergio Mulitisch, propose alla Convention di Roma del 1979 l’idea di vaccinare contro la poliomielite i bambini dei Paesi in via di sviluppo.
Il progetto ebbe così tanto successo che il Rotary decise di coprire tutto il mondo con il programma di vaccinazione «Polio Plus».
Oggi, forti della circostanza che Albert Sabin, rotariano di Cincinnati, padre del vaccino orale, ha lasciato in eredità al Rotary International l’utilizzo del suo vaccino, la poliomielite può dirsi praticamente eradicata dal mondo, restando solo pochi focolai isolati.
«Con l’Alzheimer ci proponiamo di fare lo stesso» commenta il dott. Pier Luigi Di Giorgio di presidente del Rotary Club Roma Capitale.
Da dove cominciare? Dal convegno intitolato «Invecchiare in salute: quali percorsi?» organizzato dal Rotary Club Roma Capitale venerdì 24 gennaio 2020, dalle 14,30 alle 19.00, presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica a Palazzo Giustiniani a Roma in Via Dogana Vecchia 29.
Il convegno-evento, realizzato grazie alla fattiva collaborazione della senatrice Paola Binetti, è organizzato dal Rotary Club Roma Capitale (distretto 2080) con la partecipazione (ad oggi) di 20 differenti club appartenenti a 5 diversi distretti italiani del Rotary International.
«Non è un convegno medico-scientifico a favore di qualche casa farmaceutica, ma è un convegno “rotariano”» puntualizza il responsabile e portavoce del Progetto Alzheimer del Rotary Club Roma Capitale.
E con ciò il dottor Renato Boccia intende dire che il convegno si occuperà di un problema attuale di grande interesse sociale per il quale il Rotary è in grado di fornire una lettura del problema alla luce dei valori che propugna, quali il «servire al di sopra di ogni interesse personale».
Il primo passo è sensibilizzare i media e l’opinione pubblica. Il Convegno si prefigge di aumentare l’informazione e la conoscenza delle malattie neurovegetative della terza età come strumento per ridurre l’emarginazione ed il pregiudizio sociale nei confronti delle persone colpite da tali patologie e dei loro familiari, per permettere loro la partecipazione, per quanto possibile, alla vita attiva della comunità.
In Italia ci sono 1,2 milioni di malati conclamati di Alzheimer e oltre 700 mila persone che ancora non sanno di essere malati. E nel mondo i malati sono addirittura 49 milioni, il che equivarrà a dire tra 10 anni un nuovo malato ogni tre secondi. «Cifre che devono far pensare e che devono essere prese seriamente in considerazione» conclude il presidente del Rotary Club Roma Capitale.