Si parla tanto dell’esigenza di nutrirsi di cavallette e di carne e di latte sintetici. Addirittura, c’è chi scomoda San Giovanni Battista, il quale (come racconta la Bibbia) si nutriva di cavallette. L’Unione Europea spinge per fare cambiare le abitudini alimentari degli europei. Si vuole far passare il discorso secondo il quale allevare vacche, maiali e pollame porterebbe alla distruzione del pianeta. Ora, tutto questo è assurdo. Infatti, il cibo rappresenta la storia di un popolo. Noi italiani abbiamo una tradizione agroalimentare ed enologica molto importante. Pensiamo, per esempio, al Lardo di Arnad, al Salame mantovano, al Prosciutto di Parma, al Lardo di Colonnata e al Salame di Sant’Angelo di Brolo. Non parliamo poi dei formaggi, i quali non si riducono ai soli Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Vi sono anche altre tipicità come il Trentingrana, il Branzi, il Formai de Mut, il Pecorino di Pienza, il Caciocavallo silano, il Fiore Sardo e la Provola dei Nebrodi, tanto per citarne alcuni.
Anche riguardo ai vini vi è una grande varietà. Basta citare alcuni esempi, come il Friulano, il Recioto, l’Amarone, il Lambrusco mantovano, il Chianti, il Sagrantino di Spoleto, il Montepulciano d’Abruzzo e il Nero d’Avola. Prodotti come quelli menzionati rappresentano la storia delle varie realtà territoriali e di famiglie del nostro Paese. Togliere questi prodotti significa cancellare pezzi di storia del nostro Paese.
Oltre a ciò, pensiamo anche alle aziende come gli allevamenti ed i caseifici. Se si portassero avanti le politiche che Bruxelles vuole implementare tante aziende di questo tipo chiuderebbero e tante famiglie finirebbero sul lastrico. È questo quello che si vuole? Si vogliono far fuori delle imprese, anche storiche, per favorire delle multinazionali? Se si mettesse in atto, tutto questo non sarebbe solo antieconomico, ma anche immorale.