Il 19 Dicembre 2017 è stata la prima volta che il Segretario della Lega Matteo Salvini ha solcato Altamura, in provincia di Bari. Eppure questa città ha un valore esoterico, quasi fosse un talismano, per il movimento del Nord diventato primo partito d’Italia. Perché qui già nell’estate del 2014 qualcosa iniziò a muoversi e i richiami nazionalisti del Carroccio attecchirono in un giovanissimo militante del paese, Andrea Lorusso classe 1991.
Veniva dalle fila berlusconiane, editorialista freelance per Il Populista (giornale online della Lega), Puglia In di Bari ed Affaritaliani. E’ stato anche collaboratore di Italiachiamaitalia.it. In sordina 5 anni fa salì a Milano per portare nel Meridione il primo simbolo della Lega per il Sud, così a Gennaio 2015 ha reso Altamura la prima città d’Italia a scendere in campo per Salvini, con la prima uscita in assoluto del simbolo “Noi con Salvini”.
Andrea Lorusso, partiamo dalle origini. Lei è stato il primo militante del nuovo corso leghista al Sud. Come mai operò questa scelta, su quali basi?
Ho iniziato a militare giovanissimo nelle fila di centrodestra, in Forza Italia, e ho creduto nel progetto liberale del ’94 di Silvio Berlusconi. Dal 2011 con il Governo Monti in poi, la gestione Alfano del partito, il Patto del Nazareno con il PD, gli azzurri hanno perso smalto, coerenza, credibilità. Dopo le Europee del 2014 (quelle in cui la Lega Nord prendeva il 6,2%), mi sono sentito orfano di rappresentanza. Forza Italia per motivi anagrafici, giuridici e d’interesse economico del suo Presidente, non era più il partito in cui io credevo. Quindi avevo due scelte, o trovare una nuova casa che mi permettesse di professare “A” come avevo sempre fatto, o cambiare pure io idea ed iniziare a proclamare “B”. Scelsi la prima strada, e così aderii alla Lega Nord di Matteo Salvini il 18 Ottobre 2014 a Milano, alla Manifestazione “Stop Invasione”.
Non esisteva ancora al tempo il progetto SUD, o sbaglio?
Non sbaglia, era in cantiere, in gestazione, se ne parlava, ma ufficialmente nulla sino al 19 Dicembre 2014, quando nella Sala Mappamondo della Camera dei Deputati, Salvini presentò il simbolo “Noi con Salvini” ed io ovviamente ero presente.
E poi?
Poi succede che l’11 Gennaio 2015 Altamura (BA) è la prima città d’Italia ad uscire – con me e qualche altro folle – per un banchetto pubblico con il simbolo “Noi con Salvini”, infatti soltanto diversi anni dopo i due soggetti politici (con la Lega Nord, appunto) si sono uniti nella “Lega – Salvini Premier” che conosciamo oggi. Sono stato il primo attivista della storia, certificato, avrà anche controllato le fonti giornalistiche dell’epoca, per avermi contattato.
Non sarà stato facile suppongo, visto che il suo movimento politico vive ancora molte ostilità nei nostri territori, figurarsi allora.
Fu una tragedia. Ci bruciarono la terra attorno. Senza nessuna filiera di rappresentanza, guardati in cagnesco, minacce, offese, insulti, specie da quei signoroni politici che ridacchiavano e beffeggiavano, alcuni di loro (non faccio nomi) mi scrissero in privato: “Non ti vergogni, fai pena, con quei porci della Lega”. Vuole sapere il colmo? Questa gentaglia s’è riciclata, tutta! Oggi sono tutti dirigenti meridionali della Lega. Va bene cambiare idea, la dialettica, per carità di Dio. Per quanto mi riguarda è vergognoso però fare dei voltafaccia così clamorosi. C’est la vie…
Lei perché non ha ricoperto ruoli, incarichi? Comunque questa primogenitura non mi pare essersi tramutata in qualcosa di concreto. A differenza invece di tanti altri dirigenti che hanno fatto “il salto della quaglia”, specie dagli ambienti forzisti e dell’universo Fitto.
Le risponderei alla Checco Zalone, quando il fidanzato del cugino nel primo film gli chiede della parentela: “Me lo sto domando pure io! Com’è che siamo cugini? Siamo cugini!” (Ride, ndr) Battute a parte, è difficile risponderle. All’epoca ero il reggente del partito in città (Altamura, ndr), però la mia ambizione è sempre stata il Nazionale, la comunicazione, i ruoli di staff, sono un editorialista di politica ed economia. Prediligo il lato idealista, filosofico, dello scrittore. Poi sa com’è, la politica è una vasca di squali piena di compromessi, devi accettare cose incredibili e personaggi indicibili. Diciamo che purtroppo tante facce si conoscono, e allora preferisco occuparmi in esclusiva del Nazionale, e dedicarmi a programmi, idee, economia. Ho fatto la triennale di Scuola di Formazione Politica, il primo diploma l’ho preso a Roma nell’edizione 2015-2016.
Oggi il suo partito ha avuto un exploit esagerato alle Europee, la Lega è primo partito d’Italia, anche se nel Mezzogiorno regge l’egemonia del M5S. Perché secondo lei questo successo? Lo chiedo a chi ha vissuto i natali del progetto.
La Lega con Umberto Bossi aveva provato anche negli anni passati a scendere da Roma in giù. Fu cacciata in malo modo, ed anch’io ero un oppositore quando sputavano sul tricolore. La storia però cambia. Matteo Salvini è stato il primo leader in assoluto che, appena diventato Segretario, ha chiesto scusa in ogni modo, luogo e modalità, ha azzerato la classe dirigente e ha posto 4-5 punti in chiave Nazionale di programma, che andassero bene da Nord a Sud.
La difesa del Made In, la famiglia tradizionale, la battaglia alla moneta unica, stop all’immigrazione e Flat Tax. Poi via via è andato strutturandosi un programma che attecchiva in un Paese privo di difese, spoglio di diritti, dove i partiti tradizionali se la menavano sulle riforme costituzionali o sugli asset delle banche popolari. Quando non puoi accedere alla pensione od alla prima occupazione, quando aumentano le imposte sulla prima casa o i quartieri sono inondati di migranti irregolari, scippi e caos, alla gente non importa discutere di massimi sistemi.
Sì, ma perché dovrebbe essere Salvini la risposta? Uno che comunque ha insultato per anni queste terre, e che aveva nell’insegna del partito la parola “Nord”.
Dovrebbe fare questa domanda ai politici del nostro territorio. Come hanno fatto – mi passi il termine – a fare così schifo, tanto da far sì che dalle nostre parti i cittadini invocassero uno che faceva benissimo il Sindacato del Nord? Io ho sempre detto agli albori, se Salvini non è il più bravo, lo hanno di sicuro lasciato solo. Con lo spostamento al centro di Forza Italia e la sparizione di Alleanza Nazionale, qui siamo rimasti orfani di un certo tipo di politica. Ed io me lo ricordo bene ad esempio Nichi Vendola, proprio uno di quei politici che facevano spremute di cuore per il Meridione: “Perché il ticket sanitario è una tassa sul dolore!” urlava nelle piazze, prima di andare al potere ed aumentare quei costi o chiudere i nosocomi.
Infine, s’è piaciuto il Salvini ruspante e diretto tanto da portarlo al 17% alle Politiche del 2018, dev’essere piaciuto ancora di più per la coerenza dimostrata al Governo, visto che ha superato la soglia del 34% alle Europee. Questi sono dati, fatti, non chiacchiere.