La strategia va definendosi lenta e allo stesso tempo in modo chiaro: Matteo Salvini non solo ha un’idea chiara di Italia, contrariamente a quanto vanno ripetendo i detrattori quotidiani. Ma ne ha anche una internazionale, che ha preso piede già nei giorni scorsi con il vertice bilaterale a Milano con il premier Victor Orbàn.
Oltre che alla emergenza sicurezza, vero cavallo di battaglia del vicepremier, vi sarebbe anche un vero e proprio piano di azione per mettere in atto un braccio di ferro con quei leader europei che non condividano l’idea sovranista – dello Stato, ma anche europea – del leader leghista.
L’apertura estera di Salvini
Chiaro è che ogni posizione assunta da Salvini, sia pure ritenuta giusta, non potrà trovare spazio e accoglimento senza condividerla con altri che insieme a lui mettano in campo una proposta unitaria. L’appuntamento sono le elezioni Europee del prossimo maggio 2019: non sarà certo una battaglia tra l’una o l’altra idea di Europa. Piuttosto, il dibattito politico potrà riassumersi in questi termini: Europa a nuove condizioni, di ogni tipo, o fuori dall’Europa. Sarà esattamente questo il tema portante della prossima campagna elettorale, in patria come all’Estero. Ed è esattamente in questo frangente che Matteo Salvini cerca sinergie non solo nel Paese ma soprattutto fuori dai confini nazionali: contro i poteri forti ci vuole man forte, ed è questo quello che intende fare Salvini: servirsi della enorme popolarità in Patria per fare leva su altri leader internazionali che lo seguano sulla sua idea di Europa intransigente.
Il messaggio all’Europa
Il punto di partenza, con il vertice Italia-Ungheria, è servito per offrire all’Europa un segnale chiaro: nel nuovo corso intrapreso l’Italia non è sola, e si tende a creare nuove sinergie perchè il fronte cosiddetto “sovranista” prevalga su quello “conservatorista” o meglio “tradizionalista”. E’ la differenza sostanziale tra il capo dell’attuale primo partito italiano, che è la Lega secondo tutti i sondaggi commissionati nell’ultimo mese, ed un M5S fermo a meno due punti percentuali dalle scorse Politiche di marzo e che arretra ulteriormente. L’improvvisazione e la debolezza politica di Luigi Di Maio non pagano.
Persiste il Centrodestra
Nel quadro persiste anche l’alleanza di Centrodestra, nonostante le fughe in avanti del capo del Carroccio. Condizione emersa anche durante il vertice milanese tra il premier ungherese e il vicepremier italiano. Alla domanda di una giornalista che chiedeva ad Orban come credeva di riuscire a conciliare la vicinanza a Matteo Salvini sulle politiche dell’immigrazione e non solo con la sua permanenza nel Partito Popolare Europeo a Bruxelles (partito cui non partecipa la Lega), Orban non ha esitato di rispondere in modo chiaro: “Prima di incontrare Salvini ho chiesto il permesso al presidente Silvio Berlusconi“, che del PPE è il massimo rappresentante in Italia.