Nel 2012, l’Italia ha registrato ‘il peggior declino dell’indice del clima sociale, passato dal -1,1% del 2011 al -3,1% del 2012′ e il paese e’ sceso dal 13/mo posto in classifica al 23/mo. E’ la fotografia allarmante che emerge dal Rapporto trimestrale sulla Situazione economica e sociale della Commissione Ue, pubblicato oggi, che indica una situazione in netto peggioramento per l’Italia in quasi tutte le rilevazioni. In generale, la situazione sociale e occupazionale nell’Ue si e’ mantenuta molto grave nel secondo trimestre del 2012 ed ha fatto registrare un aumento della disoccupazione nel suo complesso (pur con differenze significative tra gli Stati membri), un deterioramento della situazione finanziaria delle famiglie e un aumento della poverta’ infantile. ‘Siamo di fronte ad una vera emergenza sociale’, avverte il Commissario europeo per il lavoro, Laszlo Andor, indicando che le differenze delle situazioni occupazionali e sociali negli Stati membri sono piu’ marcate che mai. A preoccupare e’ soprattutto l’aumento della disoccupazione che ha raggiunto la quota record di 25,3 milioni di persone, con un aumento di 2,6 milioni di unita’ (+11,6%) rispetto al marzo 2011.
Il deterioramento e’ globale, ma per l’Italia il quadro e’ ancora peggiore su tutti i fronti. L’unico barlume di speranza per rendere piu’ dinamico il mercato del lavoro Bruxelles lo affida alla Riforma Fornero che ‘facilitando i licenziamenti, aiutera’ le assunzioni a tempo indeterminato’. Ma l’allarme e’ altissimo per la disoccupazione giovanile, aumentata in 19 paesi su 27. Oltre il 30% delle persone giovani attive in Italia, Slovacchia, Portogallo e Irlanda e’ senza un’occupazione. In Grecia e Spagna il numero dei giovani disoccupati ha superato addirittura quello dei giovani occupati per piu’ di sei mesi e il tasso di disoccupazione schizzato oltre il 50%.
L’Italia ‘e’ di gran lunga il paese con il maggior numero di posti di lavoro persi’, in seguito alle ristrutturazioni: 33.802 tra giugno e agosto. Ed e’ il paese con il piu’ alto numero di persone senza lavoro che hanno smesso di cercarlo (11% dei disoccupati). E’ italiano anche il record del calo di produttivita’: -2,1%, peggio di Ungheria con l’1,9% e Gran Bretagna, con l’1,4%. Il declino riguarda anche le difficolta’ finanziarie delle famiglie: ‘L’Italia – scrive il rapporto – ha registrato il peggior declino nelle entrate delle famiglie, seguita da Grecia e Cipro’. A pagare di piu’ questa situazione sono le fasce piu’ deboli e prima di tutto i bambini. Il rapporto documenta che la situazione della poverta’ infantile in Europa interessa un numero sempre maggiore di famiglie a causa dei bassi redditi da lavoro dei genitori e del sostegno insufficiente alle famiglie con figli. La percentuale di bambini a rischio di poverta’ (dopo i trasferimenti sociali) rappresenta circa il 10% in Danimarca e Finlandia ma raddoppia al 20% ed oltre in Spagna, Grecia, Bulgaria, Portogallo, Italia, Romania, Lettonia, Polonia, Lituania e Lussemburgo.
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