DIRE – Notiziario settimanale Minori e Pediatria
In America si protrae l’allarme e-cig e i casi di problematiche polmonari connesse aumentano a 1.080, rispetto agli 805 della settimana scorsa.
Quarantotto gli stati coinvolti e 18 i morti confermati in 15 stati. A maggioranza ‘svapano’ Thc (uno dei principi attivi della cannabis) e circa il 70% e’ di sesso maschile, con un 80% di eta’ inferiore a 35 anni. Al contempo, pero’, tra la fascia dei giovanissimi il 21% ha dai 18 ai 20 anni. Questi alcuni dei nuovi dati del CDC, l’Istituto di salute pubblica nazionale statunitense.
Ma le brutte notizie non finiscono qui. È di lunedi’ la nuova ricerca della New York Univerisity (NYU), finanziata dal National Institute of Health, “che collega per la prima volta lo svapo di nicotina al cancro”, riporta il canale televisivo americano Cnbc.
Un campione di topi e’ stato esposto al corrispettivo “che un essere umano avrebbe inalato se avesse svapato per un periodo tra i 3 e i 6 anni”, illustra Moon-Shong Tang, principale ricercatore dello studio. Il vapore delle e-cig sembrerebbe infatti “inibire la riparazione del Dna nei tessuti polmonari” e su 40 topi sottoposti “per 54 settimane a vapore con nicotina, il 22,5% ha sviluppato cancro ai polmoni e il 57,5% lesioni precancerose alla vescica”, continua Tang.
Un’altra ricerca sull’International Molecular Journal ha confermato questi risultati, rilevando che “i consumatori di e-cig sviluppano nel tessuto orale – si legge sempre sul sito della Cnbc – alcuni degli stessi cambiamenti molecolari che causa il fumo di sigarette”.
Al momento, pero’, non ci sono ancora studi che indagano “l’impatto sull’uomo, vista la relativa giovane eta’ del mercato” di sigarette elettroniche.
La ricerca di Tang ha anche i suoi limiti. A partire dalla ristrettezza del campione, passando per l’inalazione dei topi, “non profonda quanto quella degli esseri umani”, fino alle aspre critiche di Linda Cuthbertson, portavoce del Royal College of Physicians, secondo cui “alcuni elementi dei rapporti sono stati utilizzati in modo isolato”.
Si attendono adesso gli sviluppi e intanto la tempistica “non poteva essere migliore”, come titola sempre la Cnbc, per l’approdo statunitense di Iqos. Un dispositivo Philip Morris “che non e’ ne’ di svapo ne’ una sigaretta. Riscalda il tabacco e non brucia , e’ progettato – conclude la testata – per dare agli utenti la stessa quantita’ di nicotina del fumo ma senza tossine” e soprattutto senza combustione.