Questo giornale nutre una certa stima nei confronti della Sen. Laura Garavini, da sempre. Eletta all’estero col Pd e poi passata a Italia Viva, Garavini ha dimostrato, negli anni, di essere una donna con gli attributi. Una combattente, non c’è dubbio. Che non si arrende mai. Una tosta, insomma.
Non siamo mai stati teneri verso di lei, chiariamoci. Quando ci siamo sentiti in dovere di criticarla lo abbiamo sempre fatto, anche molto duramente. Non ce ne voglia la senatrice: non siamo cattivi, è la nostra natura di giornalisti senza peli sulla lingua, senza il becco d’un quattrino in tasca ma con tanta voglia di dire la nostra, di partecipare.
Non ce ne voglia, Garavini, se oggi torniamo ad occuparci di lei. Di lei, di Italia Viva e dei seguaci di quel pifferaio magico chiamato Matteo Renzi.
Lo spunto ce l’ha dato proprio l’ultima newslist della senatrice eletta nella ripartizione estera Europa e da anni residente in Germania. Laura prova a spiegare a chi la segue questa folle crisi di governo. Parla di pullman, di gomme bucate, di autisti sbagliati… Usa una metafora dietro l’altra per dirci, insomma, che il governo (a cui apparteneva anche Iv fino a pochi giorni fa) non ha fatto nulla di buono e che Giuseppe Conte va cestinato.
Crisi in piena pandemia? “Le risposte per il nostro futuro vanno prese adesso”, dice. “La pandemia non può essere un alibi”. Ripete, su questo e altri temi, le stesse cose che dice il suo capo. Copia e incolla. Come fanno un po’ tutti i peones, del resto.
E infatti noi mica ce l’abbiamo con lei. Ma con chi ha costretto lei e tutti gli altri (loro negheranno, “non ci ha costretto nessuno!”) a schierarsi contro l’Italia. Proprio così, contro il Paese.
Perché, bando alle ciance e agli arrampicamenti sugli specchi, aprire una crisi al buio in piena pandemia è pure follia. Non provino, le signore e i signori renziani, a venderci lucciole per lanterne: non è certo nell’interesse degli italiani che Renzi ha scatenato tutto questo pandemonio. L’ha fatto, è evidente a tutti ormai, per un tornaconto personale e politico.
Questa crisi è tutta politica. Non c’è nient’altro. La politica è sangue e merda, diceva Rino Formica. Beh, questa è la merda. Lo schifo che più schifo non ce n’è. Qualcuno punta il dito sui “responsabili”, sui “costruttori”, sugli “europeisti”, chiamateli come volete: ma è molto meglio essere responsabili di fronte all’emergenza sanitaria e alla grave crisi politica che colpisce l’Italia, piuttosto che irresponsabili all’ennesima potenza come sono stati Renzi e i suoi.
Di fronte a quanto sta accadendo, ci creda Senatrice Garavini, sarebbe molto più dignitoso tacere. Davanti a questa incomprensibile ed incredibile rottura, meglio il silenzio. Siamo fermi da settimane dietro ai capricci del senatore toscano, mentre l’Italia dovrebbe correre. Le Aule del Parlamento non lavorano da giorni perché, dopo lo strappo di Renzi, va ritrovata la quadra. Come ne uscirà il Paese?
Attorno a noi vediamo solo macerie: imprenditori e commercianti che hanno chiuso le proprie attività, gente che ha perso il lavoro e non riesce più ad andare avanti, persone che da benestanti sono piombate nella più tremenda povertà. E anziché pensare a dare una mano al popolo che affoga nel mare di una crisi devastante, Renzi e i suoi mandano tutto all’aria e fanno precipitare questa nostra disgraziata Repubblica Italiana nel più profondo precipizio. Se non è pura pazzia questa diteci voi cos’è.
Finiamola qui. Finitela. E in fretta. A noi non interessa nulla se sarà Conte Ter o governo Draghi o esecutivo di responsabilità. A noi interessa soltanto che qualcuno riprenda in mano il timone della nave Italia. Qualcuno salga a bordo, cazzo!, per dirla con De Falco. E se non si troverà nessuno in grado di farlo in sicurezza, beh, allora che elezioni siano. Rischieremo così un aumento dei contagi, è vero; ma ci libereremo una volta per tutte di Renzi e dei suoi peones. Per poi riprendere a navigare tranquilli, stavolta senza di loro.