L’Esecutivo Gentiloni ha poche carte da giocare e neppure vincenti. Certi problemi strutturali d’Italia hanno da essere affrontati e, possibilmente, risolti alla fonte. Sotto questo profilo, il Primo Ministro non c’entra; semmai è la sua “squadra” che ne dovrebbe rispondere al popolo italiano. Perché l’Italia del “malessere” sembra non cambiare in meglio.
E’ preferibile, quindi, non fare la parte degli “sprovveduti”; non sarebbe opportuno neppure per chi rema contro questo Governo d’intesa precaria. Quello che resta complesso è l’aspetto economico della realtà nazionale. Siamo alla deriva e ce ne rendiamo conto. Oltre certi limiti, però, sarebbe meglio non inoltrarsi per evitare “trappole” infide che potrebbero stravolgere le tattiche anche dei più impegnati. Sul fronte della stabilità si stanno accentrando le nostre incertezze. Per garantire le premesse di una ripresa ci vuole la coerenza e la costanza di uomini di stato che proprio non ci sono.
Ora non resta che tentare di rendere concreta una linea politica che si discosti da quella che, a torto o a ragione, ci sembra troppo fittizia.
Insomma, ci chiediamo quando i Partiti saranno in grado di presentare loro programmi, senza stravolgere i pochi fatti in positivo che ancora ci sono in questo Bel Paese.
Per il futuro, ci auspichiamo d’avere l’opportunità d’affrontare situazioni meno amare di quelle che stiamo sopportando senza la certezza che la strada che stiamo seguendo sia quella giusta. La speculazione è stata, e resta, una delle cause della nostra bancarotta. Gli eventi sono la risultante di una somma d’errori che potevano essere evitati.
E’ dall’inizio del nuovo secolo che abbiamo iniziato a preoccuparci. Mentre maggioranza e opposizione avrebbero potuto evitare certe “relazioni” d’incontro che non hanno favorito nessuno. Quello che auspichiamo, è che Gentiloni si renda conto del crepuscolo del suo Governo anomalo e voluto dal vertice. Meglio tornare al dibattito politico, ma con idee meno scontate. Sempre che sia possibile una reale stabilità politica post-elettorale. Intanto, il conto alla rovescia è iniziato e, forse già dall’autunno, i “fatti” sospesi arriveranno al pettine.
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