Il quotidiano La Repubblica ne è convinto: per risolvere il caso Alitalia l’asso nella manica di Luigi Di Maio sarebbe l’imprenditore Riccardo Toto, pronto con il proprio gruppo ad acquisire tra il 20 e il 30% della società. In questo modo il vicepremier grillino eviterebbe i Benetton e salverebbe la compagnia aerea. L’impegno finanziario della famiglia Toto “oscilla intorno ai 250 milioni di euro”.
La Repubblica scrive: “Il primo contatto concreto c’è stato a fine marzo, negli Stati Uniti, durante il viaggio che Luigi Di Maio ha compiuto a New York e Washington. Da quel momento il dialogo è andato sempre più avanti. E ora è a un passo dalla formalizzazione dell’intesa”.
“Il socio italiano in grado di chiudere il cerchio di Alitalia è Riccardo Toto. Proprio uno degli esponenti della holding che in passato si era impegnato con alterni risultati nel settore dell’aerotrasporto. Con AirOne, poi confluita nell’Alitalia tutta italiana voluta nel decennio scorso da Silvio Berlusconi, e con la New Livingstone, esperienza terminata traumaticamente nel 2014″.
La trattativa, riporta ancora la Repubblica, “è stata condotta in prima persona dal vicepremier e ministro dello Sviluppo economico. La vicenda della compagnia di bandiera è stata trasformata dal capo politico del Movimento 5 Stelle in una sorta di battaglia personale. Non riuscire a risolvere questa grana equivarrebbe dunque ad una sconfitta personale”.
Quella che riguarda Alitalia è “una telenovela che ormai somma da anni infinite puntate. Ma perdere la compagnia di bandiera a un passo dal vero e proprio fallimento sarebbe un colpo all’immagine del governo sovranista gialloverde. E tutto questo a un mese dalle elezioni europee. Non a caso Di Maio punta a chiudere il pacchetto entro la data concordata con i commissari dell’azienda tricolore. E il giorno è ormai arrivato, si tratta di martedì prossimo”.
“Lo Stato sarebbe di fatto il socio di riferimento, in grado di mantenere il controllo. Le Ferrovie hanno già dato la disponibilità ad acquisire il 30 per cento di Alitalia, il ministero del Tesoro entrerebbe con il 15 per cento. L’americana Delta sarà della partita con un altro 15 per cento. La società statunitense si sta facendo garante pure di una partecipazione di un altro soggetto industriale, i cinesi di China Eastern. Anche se da Pechino frenano molto su questo coinvolgimento”.