Edoardo Rixi, deputato della Lega, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Sul caso Alitalia. “Nel governo ogni partito ha un’idea diversa su Alitalia, tra chi dice sì alla nazionalizzazione e chi mai alla nazionalizzazione. Nessuno, tra i ministri De Micheli e Patuanelli, ha idea di come portare avanti la procedura. Patuanelli ieri ha detto chiaramente che il closing non ci sarà entro il 31 maggio. Ci si aspetta che con questo prestito ponte si arrivi al 31 maggio quando ci sarà la proposta al mercato e poi ci vorrà ancora un anno di finanziamenti pubblici, sempre che ci sia qualcuno interessato nel mercato. Sembra un po’ il giro dell’oca, che si arriva all’ultima casella e poi si riparte dell’inizio. Il governo non ha mai fatto una riunione collegiale per discutere di Alitalia, questo è abbastanza surreale. Il problema di Alitalia è sempre stato affrontato in termini di consenso politico e non in termini industriali. Gli errori sono stati fatti da centrodestra e centrosinistra in continuità. Oggi ci vorrebbe un salto di qualità, ma per farlo bisogna che il governo lavori in maniera sinergica. Il ministro De Micheli ci è venuto a dire che farà un piano aeroporti, ma non si sa quando sarà varato. I tempi del decreto non sono allineati con gli altri provvedimenti del governo, che questi problemi avrebbe dovuto porseli a settembre oppure avrebbe dovuto chiudere quella trattativa ingoiando qualche rospo. Con Atlantia è saltato tutto per la storia delle concessioni autostradali. La cosa imbarazzante di tutta questa situazione è che i dati economici del traffico aereo in Italia sono positivi. Il nostro mercato aereo cresce. Il problema è che non avendo capacità di investimento su Alitalia, non si possono acquistare veicoli potenti, aumentare la flotta e acquistare nuovi slot, è ovvio che questa compagnia non potrà mai andare in utile. Il problema non è solo il costo del personale. Se tu hai delle rotte che non fruttano, hai un sistema sbagliato e non hai un piano strategico per aumentare le entrate, la compagnia sarà sempre più difficile da mettere sul mercato, avrà sempre meno appeal”.
Sulle concessioni autostradali. “La vicenda Atlantia non riguarda solo Altlantia, ma tutte le concessioni autostradali. Noi siamo nella situazione in cui se uno fa le manutenzioni aumenta i pedaggi. Dopo il crollo del Ponte Morandi bisognava aprire un tavolo e trovare una disciplina omogenea sulle concessioni autostradali. Questo avrebbe garantito sia risorse per il pubblico che sicurezza per i cittadini. Comunque una decisione va presa, anche fosse la revoca delle concessioni, la cosa peggiore è continuare in questa sorta di limbo”.
Sulla ricostruzione del Ponte Morandi. “Sta andando avanti bene. Speriamo di mantenere esattamente tutti i tempi. Devo dire che lavorare in Italia è difficile anche sulle ricostruzioni come queste, speriamo entro l’estate di avere il ponte nuovo”.