Il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, in una intervista al Sole 24 Ore, traccia un primo bilancio dell’attività diplomatica a sostegno del “made in Italy”.
“In questi ultimi anni il rapporto tra imprese e diplomazia si è trasformato, determinando una vera svolta e mettendo in connessione in un ‘sistema Paese’ l’operato dei diversi protagonisti del circuito economico, che prima lavoravano per conto proprio e in modo slegato. Abbiamo superato il vecchio approccio e abbiamo spinto perché le nostre ambasciate – e anche gli uffici Ice per il commercio estero che a esse sono fortemente legati – diventassero un punto di riferimento centrale per tutti gli attori della crescita, la rete delle imprese, le Regioni, le Grandi aree metropolitane, le banche: tutti uniti in un unico obiettivo, portare l’Italia nel mondo”.
In occasione della presentazione oggi, presso la sede di Confindustria a Roma, dello studio Prometeia “Diplomazia economica: quale impatto sulla crescita del Paese”, sottolinea che “le imprese italiane hanno vinto in due anni 756 commesse in novanta Paesi. Prometeia stima che abbiano prodotto un valore aggiunto di 16,4 miliardi di euro, pari all’1,1% del nostro Pil annuo e un gettito fiscale di 6,7 miliardi, determinando, come effetto a catena, un numero di 234 mila posti di lavoro” e che “è la prima volta che il ministero degli Esteri elabora, con il supporto di una società di ricerche, un’analisi puntuale del valore d’impatto della rete diplomatica nella fase di internazionalizzazione delle imprese italiane”.
Una mappa, relativa al biennio 2014-2015, che secondo Alfano delinea “la dinamicità del ruolo assunto dalla diplomazia economica, oggi più che mai importante per rispondere alle derive protezionistiche” e rimarca che “la Farnesina vuole rilanciare questa attività da ministero per l’internazionalizzazione e girerò i distretti industriali italiani per dire alle imprese di usare sempre di più la nostra rete”.
Alfano afferma che il ministero, attraverso le ambasciate, è pronto a rilanciare la promozione culturale: “In questo campo avremo 150 milioni, da investire tra il 2017 e il 2020, che si aggiungono ai 300 milioni già previsti dalla Cabina di regia con il ministero dello Sviluppo per il piano di promozione del made in Italy”.
Risorse aggiuntive che “serviranno per raccontare che l’Italia non è solo tecnologia o prodotti di alta gamma, ma è soprattutto bellezza che si esprime in tutte le sue forme, attraverso la cultura, la creatività, l’eleganza. Il ministero degli Esteri ha predisposto uno strumento nuovo: il Piano di promozione culturale integrata, che abbiamo chiamato ‘Vivere all’italiana’. Servirà a presentare all’estero un ‘super marchio Italia’ che costituisca il valore aggiunto a ogni promozione settoriale. Un brand che si potrà ammirare, per esempio, nello snodarsi della metropolitana di Lima, nella velocità degli Eurofighter in Kuwait, nelle fregate in Qatar o nella grandiosità del Ponte sul Bosforo. Lo vedremo anche nelle grandi mostre dei nostri maestri Leonardo, Raffaello e Botticelli e nel design italiano che proporremo nell’Italian design day, il 2 marzo, con cento eventi in cento città in tutto il mondo”.
Evidenzia inoltre che “l’apporto strategico della rete diplomatica si traduce innanzitutto nell’accompagnamento delle imprese durante le varie fasi che precedono l’aggiudicazione delle commesse in tutto il mondo e in ogni ambito, dalla difesa all’energia, dall’aerospazio alle infrastrutture. L’importanza del lavoro della nostra diplomazia si avverte in termini di informazione dei bandi, nell’assistenza per lo svolgimento delle gare e nel lavoro svolto dalle ambasciate per facilitare una soluzione amichevole con le autorità locali nel caso di contenziosi”.
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