La morte del trentenne italo-francese Alexandre Menneson, ucciso una settimana fa a Medellin, in Colombia, ha sconvolto il comune di Umbertide, in provincia di Perugia, dove si era trasferito da Nizza e la madre è nata e cresciuta.
“Gli umbertidesi volevano salutarlo con una celebrazione in Collegiata e con una fiaccolata. La prudenza e il buon senso hanno suggerito tuttavia di attendere il termine delle pratiche di riconoscimento dell’identità del cadavere” si legge sul Corriere dell’Umbria.
Come riferisce La Nazione il sindaco Luca Carizia si è attivato immediatamente presso il Ministero degli Esteri per favorire il ritorno della salma in Italia, benché la procedura risulti essere tutt’altro che agevole. Intanto la voce della famiglia del giovane giunge tramite Barbara Orlandi, cugina della madre di Alexandre: “Al momento, il principale obiettivo del padre Pascal, della madre Irene e del fratello Thomas è riportare in Europa la salma del figlio e garantirgli una degna sepoltura ad Umbertide, luogo a cui era legato dagli affetti e dai ricordi d’infanzia. Per questo continuano pressanti le richieste al Consolato italiano in Colombia, mettendo da parte per ora le cause dell’aggressione, delle quali ci occuperemo più avanti. Ora l’importante è che il Consolato italiano abbia ricevuto le impronte digitali indispensabili all’identificazione e all’autopsia”.