La notizia che Alex Anfuso era Italiano l’avevamo già data sulle pagine di ItaliaChiamaItalia, ma ancora mancava un esame del Dna che lo confermasse al 100%. Oggi, dopo l’ufficialità del test del Dna fatto dall’OMG, la nostra ambasciata al Cairo ha riconosciuto Alex Anfuso come italiano e gli ha concesso il passaporto tricolore.
Sul nostro quotidiano online abbiamo ampiamente parlato del caso, che purtroppo è durato ben sette anni, dopo che Pino Anfuso, il primo giornalista che si era occupato della vicenda aveva portato alla ribalta questa storia. Dopo di lui, però, nessuno più se ne era occupato, fino a quando Alex non mi ha raccontato la storia. Così, insieme a ItaliaChiamaItalia, abbiamo deciso di seguire la vicenda passo dopo passo e di dare tutto il nostro apporto affinché questa storia giungesse a un finale positivo per Alex. Ci piace dire che grazie alla nostra caparbietà, quella della zia di Anfuso e dello stesso Alex siamo riusciti, anche con la collaborazione preziosa di Luigi Pelazza delle Iene di Italia Uno, a portare a casa questo risultato.
E’ un nostro piccolo contributo a un cittadino Italiano che per anni è stato deriso e preso in giro da molti. Ho sentito Alex quasi tutti i giorni nelle ultime settimana, abbiamo aspettato questo momento come se fosse una gravidanza e oggi finalmente abbiamo partorito la vera identità di Alex. Devo dire che se non era per Pino Anfuso, che non è parente di Alex ma porta il suo stesso cognome, forse questa storia io non l’avrei mai considerata. Pino, che oggi non ce più, mi ha dato la forza di crederci e fare tutto quello che potevo fare.
Questa vicenda non finirà qua, perché non può finire qua; un ragazzo che per anni chiede di essere riconosciuto come italiano, nessuno si e’ presa la briga di fare quello che Le Iene e noi abbiamo fatto, il test del Dna, una cosa semplice che in una settimana ha risolto tutto. Qualcuno dovrà pure prendersi le proprie responsabilità di fronte a questa vicenda e dare delle spiegazioni certe a questo ragazzo che e’ stato ritrovato. Ricordiamo che il fascicolo sul rapimento di Alex e’ ancora aperto, e lì partiremo, a questo ragazzo vanno date delle risposte certe, sapevamo chi era ma nessuno ha mosso un dito per aiutarlo. Perché?
Un grazie particolare va alla zia di Alex. In questi due mesi ci siamo fatti compagnia con lunghi messaggi su Facebook. Lilli, ti ho fatto una promessa e come per Alex la mantengo, questa storia non finisce qua, grazie per avermi insegnato a non mollare mai, sei stata tu l’artefice di questo grande risultato, perchè non hai smesso mai di crederci. E quella frase, “anche se non era Alex mio nipote lo aiuterei lo stesso”, quella è la frase più bella, perché tutto questo lo hai fatto con il cuore.
Per chiudere un grazie a te Alex, per avermi dato modo di aiutarti e di dare a me una speranza di vita, in un momento non certo facile; ce l’abbiamo fatta, te lo avevo promesso, come ti ho sempre scritto, “relax and don’t worry”, ecco adesso rilassati per davvero, ritorna a casa e mi raccomando non mi scomparire ancora; abbiamo ancora tante cose da dire e da fare insieme. Ben tornato a casa amico!
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