Alessia Morani, deputata del PD, parlando a Radio Cusano Campus sulle presunte pressioni subite dal ministro Toninelli per impedire la pubblicazione delle concessioni autostradali ha detto: “Noi ieri abbiamo ascoltato questa relazione vergognosa di Toninelli, in cui non ha indicato quali sono i tempi per la ricostruzione del ponte, non ha indicato chi lo ricostruirà, non ha indicato nessuna misura per gli sfollati. Abbiamo sentito la solita propaganda, ma in questa propaganda c’è qualcosa di estremamente grave perché il ministro ha affermato di aver ricevuto pressioni interne ed esterne per impedire la pubblicazione delle concessioni autostradali. Stiamo attendendo il verbale della seduta che dovrebbe arrivare in giornata. Lo porteremo alla Procura della Repubblica, che se lo riterrà doveroso chiamerà il ministro Toninelli perché dica chi sono le persone che gli hanno fatto pressione. Quando si fa una denuncia gravissima di questo tipo o si fanno i nomi oppure si può anche essere considerati dei complici. Oppure la terza ipotesi è che si è semplicemente dei bugiardi e si raccontano storie agli italiani per evitare poi dei problemi. Siccome siamo stanchi di essere presi in giro da questo governo che fa tanti proclami, ma zero fatti, riteniamo che chi fa affermazioni come quelle di Toninelli poi se ne assuma la responsabilità”.
Sulla ricostruzione di Ponte Morandi di Genova. “Per avere una soluzione immediata bisogna richiedere subito ad Autostrade di farsi carico della ricostruzione, dei risarcimenti alle famiglie delle vittime e delle prime misure emergenziali per gli sfollati. Se venissero ritenuti colpevoli, la peggior punizione sarebbe di fargli ripagare completamente tutti i danni. Perché Genova non muoia, bisogna fare subito le infrastrutture. Non possiamo permettere che quell’economia muoia soffocata dall’inerzia del governo. Il governo ha detto che il ponte deve essere pagato da Autostrade e costruito da qualcun altro, ma non si sa se hanno parlato con Autostrade di questo, se Autostrade si è resa disponibile, quali saranno i costi. Non c’è stato detto quali sono i tempi, non è stato detto se la Gronda si farà o meno. Perciò io credo che la cosa importante è che si metta un punto a chi deve fare le opere fondamentali per la città che ad oggi non abbiamo”.
Sulla nomina di Dino Giarrusso a garante della regolarità dei concorsi universitari. “Con l’incarico a Giarrusso abbiamo già il reddito di cittadinanza. Gli è stato dato quest’incarico, molto ben pagato, per essere stato bocciato dagli elettori alle elezioni. Io credo che questo non sia il modo giusto per dire agli italiani che sta cambiando davvero qualcosa. Se il M5S fa questi regali ai propri iscritti e militanti, credo non sia un bel segnale per quei giovani che studiano e che magari hanno voglia di avere degli incarichi perché se li meritano e non perché sono fedeli ad un partito. Non so se Giarrusso sia titolato per svolgere questo incarico di controllo sui concorsi universitari. Non mi sembra un bel segnale per coloro che si sono riempiti la bocca con la parola cambiamento, visto che stanno facendo qualcosa che abbiamo visto e rivisto in Italia e che io mi aspettavo di veder finire”.
Sulla standing ovation a Fico alla festa de l’Unità. “Se mi aspetto di trovare Fico alle prossime primarie del PD? Diciamo che è una bella battuta. Gli applausi che lui ha ricevuto sono applausi di un popolo accogliente e sono applausi che ci sono stati quando Fico ha preso le distanze dal governo di cui fa parte. Sono applausi presi non in quanto Fico, ma in quanto Fico contro le politiche del suo governo, soprattutto quando si è parlato del caso Diciotti. Credo che dentro il M5S Fico rappresenti poco più che se stesso, da come lo ha trattato Di Maio ma anche Salvini, mi pare che Fico sia da solo dentro quel Movimento”.
Sulle primarie del Pd. “Al Congresso auspico un bel confronto democratico basato su opzioni politiche diverse. La candidatura di Zingaretti la considero una bella candidatura, noi credo che esprimeremo un’altra candidatura, non mi fate fare il totonomi perché non lo farò. Ma credo che prima di una conta sui nomi occorra fare una riorganizzazione territoriale e di visione di prospettiva delle politiche”.