Nel giorno di Venerdì Santo, a Tel Aviv c’è stato un attentato terroristico. Un italiano è morto. Si chiamava Alessandro Parini ed era un giovane avvocato romano. Era nella città israeliana come turista e le sue ultime parole, rivolte alla mamma, sono state: “Ci vediamo a Pasquetta”. Purtroppo, la madre di Alessandro potrà solo vedere la bara e la tomba di quest’ultimo.
Perdere un genitore per un figlio è brutto (ed io lo so bene, avendo perso mia madre), ma la perdita di un figlio per un genitore è una tragedia. Nessun genitore penserebbe di seppellire il proprio figlio.
Doveva per forza morire un nostro connazionale per capire che Israele era sotto la minaccia di terroristi senza scrupoli, come lo è ancora oggi?
Qui in Italia tanti hanno sostenuto la causa palestinese senza rendersi conto che, in realtà, Israele si stava difendendo da attacchi terroristici. Come disse Golda Meir, la pace in quella parte di Medio Oriente arriverà quando i Palestinesi ameranno i loro figli più di quanto odiano gli Israeliani. Israele ha sempre agito per difendersi. Se i Palestinesi cessassero coi loro attentati, tutti si siederebbero attorno ad un tavolo e si potrebbe arrivare ad una soluzione pacifica del conflitto. Se gli Israeliani smettessero di sparare, Israele cesserebbe di esistere.
Organizzazioni come Hamas sono organizzazioni terroristiche. Lo Statuto di Hamas parla esplicitamente di distruzione dello Stato di Israele. I terroristi palestinesi di organizzazioni come Hamas non hanno rispetto nemmeno per le vite loro. Infatti, arrivano anche a farsi saltare per aria. Se non rispettano le loro vite, come potranno rispettare quelle degli altri? Alessandro è una vittima del terrorismo, questa è la triste realtà.