L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è intervenuto su Radio Cusano Campus e sul green pass ha detto: “Sono vaccinato e ho il Green pass, anche se tutta questa pressione sul Green pass mi sembra davvero eccessiva”.
“L’obbligo vaccinale è più sincero rispetto al green pass, ma vorrei capire come si realizzerebbe questo obbligo, prendiamo la gente e la costringiamo? Sinceramente, guarderei alla Gran Bretagna che non sta più utilizzando il green pass. Non credo ci sia la necessità di fare questa pressione, anche perché il Paese rischia di spaccarsi. Temo ci sia qualcosa che non funziona dal punto di vista governativo, Draghi non è espresso da una volontà popolare e vive nel suo mondo. Io sto all’opposizione di Draghi e condivido i giudizi di Giorgia Meloni su questo governo, è un governo che non doveva nascere, bisognava andare a votare. Quando sento parlare di Bolkestein per i balneari e gli ambulanti mi sembra che Draghi somigli sempre di più a Monti. L’attuale governo ha delle derive fortemente autoritarie, il modo in cui stanno gestendo la questione dei vaccini è impressionante. No vax hanno impronta di destra? C’è anche gente di sinistra. Continuare a demonizzare le persone che non si vaccinano è un errore gravissimo che può aprire ad altri tipi di derive”.
Sul centrodestra. “Vedo bene questo centrodestra. Il vecchio centrodestra è finito con una specie di congiura, partita dal Quirinale, ma ordita in Europa da Merkel e Sarkozy che deposero Berlusconi. Oggi un centrodestra meno europeista e più attento all’interesse nazionale lo vedo bene. Quello che non funziona è che oggi una parte sta al governo e l’altra all’opposizione. Bisogna avere posizioni coerenti perché poi quando si va al governo ogni errore viene pagato. La componente moderata è essenziale, però è anche estremamente debole e questo non è colpa di Lega e FDI. Il centrodestra deve essere liberale, difatti quando parliamo della vicenda dei vaccini si difende la libertà delle persone che non si può comprimere oltre certi limiti”.
Su Roma e il suo futuro politico. “Aspetterò le elezioni comunali, poi mi confronterò con FDI e valuterò cosa è opportuno fare. Escludo di andare a fare l’assessore. Se mi impegnerò mi impegnerò sulla politica nazionale ed europea. Questo non mi impedisce di appoggiare Roberto Cipolletti e simpatizzo ovviamente per Enrico Michetti. Roma non è ingovernabile, è molto difficile da governare soprattutto se la politica nazionale non si impegna su Roma. Io i miei problemi li ho avuti quando si è dissolto il PDL e non ho avuto più nessuna copertura a livello nazionale. Il rischio per un sindaco di Roma, che ho corso io così come i miei predecessori, è di farsi prendere troppo dalla dimensione dei grandi progetti e non affrontare i problemi della vita quotidiana. Se non si danno maggiori poteri a Roma Capitale non c’è spazio per i municipi, bisogna far sì che Roma abbia poteri di autogoverno come una Regione”.