Archiviata la giornata di sabato ad altissima tensione per il ritrovamento della finta bomba all’ingresso dello stabilimento di Portovesme, sotto un traliccio di Terna, gli operai dell’Alcoa si preparano alla trasferta di Roma che si annuncia altrettanto ‘calda’. Domani, in occasione del vertice al ministero dello Sviluppo economico da cui dipendono le sorti dell’impianto del Sulcis, i sindacati hanno organizzato un corteo che sfilera’, guardato a vista da un imponente servizio di sicurezza, per le vie della capitale sino a raggiungere e presidiare la sede del Mise.
Dall’incontro operai, rappresentanti dei lavoratori e istituzioni locali si aspettano risposte sul futuro dello stabilimento sardo, cuore della produzione di alluminio primario in Italia, e sul destino di almeno 800 buste paga. Tutti confidano nell’apertura di una vera trattativa per la vendita della fabbrica, ma per sbloccare il negoziato serve la ‘firma’ su una reale manifestazione di interesse da parte delle uniche due multinazionali, le svizzere Glencore e Klesch, uscite timidamente allo scoperto per una possibile acquisizione. Molti i paletti posti dalle due societa’ al Governo per l’apertura formale del negoziato, su tutti il problema dell’abbattimento dei costi dell’energia senza violare la normativa europea e la questione degli esuberi (Glencore punterebbe ad un dimagrimento di almeno 350 dipendenti).
A gelare gli entusiasmi ci ha pensato ieri il ministro Corrado Passera: ‘andremo avanti per mesi per cercare una candidatura ma bisogna avere il coraggio di pensare anche ad altre alternative. La verita’ – ha chiarito il responsabile dello Sviluppo economico – e’ che in questo momento non ci sono imprenditori pronti a farsi carico di questa azienda anche a fronte di un pacchetto energia compatibile con le regole europee e la disponibilita’ della Regione Sardegna’.E oggi da Cernobbio il ministro ha aggiunto come quella di domani per Alcoa ‘sara’ una tappa importante’, per trovare soluzioni che siano comunque ‘economicamente sostenibili e rispettose delle regole europee". "In taluni casi ci riusciamo, in taluni non è possibile raggiungere quel risultato – ha aggiunto il ministro – bisogna favorire modelli di sviluppo diversi anche per quelle regioni che non possono piú contenere modelli di sviluppo legati all’industria pesante”.
Dunque in questo clima di incertezza, una Roma blindata accogliera’ domani un esercito agguerrito di 500-600 persone tra operai, sindacalisti, sindaci e amministratori del territorio ma anche commercianti, pastori e semplici cittadini. Il gruppo piu’ numeroso, circa 400 persone, si raduna oggi alle 15.30 nel piazzale di Portovesme. Un’ora dopo partiranno in pullman alla volta di Olbia: circa quattro ore di viaggio per raggiungere il porto e prendere il traghetto della Tirrenia Nuraghes delle 22.30 diretto a Civitavecchia. L’altro gruppo, compresi i sindaci, partira’ in aereo da Cagliari tra stasera e domani mattina con il primo volo. In campo a Roma un migliaio di uomini delle forze dell’ordine e luoghi istituzionali sorvegliati speciali. Rafforzato anche il servizio d’ordine predisposto dal sindacato per impedire l’infiltrazione di violenti nel corteo. ‘L’altra volta ci siamo arrampicati sul cancello del ministero, domani – avvertono i lavoratori sempre piu’ arrabbiati – non sappiamo che cosa succederà…’.
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