«Troppi progetti sono irrealizzabili, a cominciare dagli “alberi fantasma” di Roma Capitale, dove invece di piantumare alberi si è preteso piantare semi» sottolineano gli esperti di Ener2Crowd.com – la prima ed unica piattaforma italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico – che sugli “alberi di facciata” aveva lanciato l’allarme in occasione del primo GreenVestingForum che si è tenuto a Milano lo scorso ottobre, scendendo in campo sulla specifica questione dei semi.
Lo scandalo è scoppiato con la diffusione della delibera 8/2023 della Corte dei Conti in merito ai 330 milioni di euro finanziati con i fondi del Pnrr per piantare da qui al 2024 6,6 milioni di alberi nelle nostre città metropolitane. Ma a Milano ed a Firenze mancano addirittura gli spazi per piantumarli.
Nel Capoluogo lombardo la gara è andata deserta perché «le prescrizioni ministeriali rendono irrealizzabile il progetto ammesso a finanziamento», mentre Firenze è stata esclusa «perché non è stata in grado di reperire la superficie minima da rimboschire pari a 30 ettari», lo apprendiamo dalla Tabella 3 di sintesi dei riscontri pervenuti alla Corte dei Conti dai comandi locali dei Carabinieri Forestali.
Così come apprendiamo che a Reggio Calabria«l’area versa in stato di abbandono con gli alberi soffocati da piante infestanti», a Palermo«lavori sospesi», a Catania «non è stata messa a dimora alcuna essenza forestale», a Messina«non sussistono progetti», a Napoli solo «progettazione».
A Genova, poi, si è pensato di piantiumare «due specie arboree con areale fitoclimatico non compatibile con quello dell’area oggetto degli interventi», mentre il problema di Roma Capitale è che «la semina in vivaio non può essere assimilata alla forestazione urbana».
«Una cosa è piantare un seme ed un’altra cosa è piantumare un’albero» ribadisce Giorgio Mottironi, CSO e co-fondatore della società benefitEner2Crowd nonché Chief Analyst del GreenVestingForum, il forum della finanza alternativa verde.
Sono anni che Ener2Crowd.com si batte per contrastare il preoccupante fenomeno del Greenwashing, prendendo una posizione molto forte anche in relazione agli ultimi Mondiali di Calcio, quando il Qatar aveva promesso che il torneo si sarebbe disputato a zero emissioni di CO2 mentre invece ha generato 3,6 milioni di tonnellate di CO2.