"Un abbraccio agli amici gufi": così il premier Matteo Renzi, su Twitter, festeggia quello che definisce "un altro tassello" sulla strada delle riforme, ovvero l’approvazione del ddl sulla Pubblica amministrazione. Approvazione giunta in via definitiva questa mattina al Senato, con 145 voti a favore e 97 voti contrari da parte dell’opposizione che comunque ha contribuito in modo attivo al varo del testo: non uscendo dall’aula infatti i gruppi di minoranza hanno di fatto garantito il numero legale (150) che la maggioranza da sola, complice il clima vacanziero, non sarebbe stata in grado di raggiungere.
Ad ogni modo, tra le critiche portate dalle opposizioni, figurano l’ampiezza e il numero delle deleghe concesse, i poteri sostitutivi del Presidente del Consiglio sugli insediamenti produttivi e le opere pubbliche, le modalità di conferimento degli incarichi dirigenziali che rafforzano la presa della politica sull’amministrazione; la riduzione della partecipazione ai processi decisionali e l’estensione del silenzio assenso alle soprintendenze per la tutela del paesaggio, la soppressione del segretario comunale, lo smembramento del Corpo forestale dello Stato, che andrà a confluire nei Carabinieri: proprio su quest’ultimo punto si è registrata, proprio in mattinata, una manifestazione di protesta dei forestali al Pantheon, a due passi da Palazzo Madama.
Cancellato invece l’emendamento, che era passato alla Camera, che introduceva punteggi di laurea differenti nei concorsi pubblici a seconda degli atenei frequentati. Tra le novità più pratiche, quella che consente di pagare bollette e multe via telefono, l’abolizione del voto minimo di laurea per accedere ai concorsi pubblici, e l’abolizione di tutti i numeri di emergenza esistenti oltre al 112, a cui faranno capo da ora in poi tutte le richieste. Non è abbastanza, per Cgil, Cisl e Uil: "Una grande illusione pensare di cambiare la Pa attraverso nuove norme – spiegano i sindacati in una nota congiunta – La Pubblica amministrazione si cambia, per davvero e in positivo, solo attraverso il coinvolgimento di chi ogni giorno ci lavora e, tra mille difficoltà, garantisce i servizi pubblici ai cittadini. Basta giochi di prestigio, bisogna riaprire la contrattazione".
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