Paese di provenienza, luogo di produzione, metodo di lavorazione, denominazione di origine controllata e garantita. Sono molteplici gli aspetti legati al processo di produzione del cibo che, prima di giungere sulle tavole di tutta Italia, subisce una serie di trattamenti sin dal luogo di produzione, fino a giungere confezionati sui banchi dei supermercati. Ma quanti sono gli italiani che s’informano tra le corsie dei supermarket su dove e come ciò che sta acquistando è stato prodotto, lavorato e infine confezionato?
Secondo gli ultimi dati ben 7 italiani su 10 non si lasciano sfuggire queste informazioni e consultano le etichette dei prodotti per verificare personalmente le modalità di produzione e confezionamento. Le discriminanti più consuete nella scelta dei diversi prodotti? L’italianità (71%), la presenza di marchi di qualità garantita (67%), l’assenza di conservanti (66%) e la provenienza da filiere biologiche (61%). Tra i prodotti più “controllati” dagli italiani le carni fresche (85%), il latte (77%) e la verdura (72%).
E’ quanto emerge da uno studio promosso dal Polli Cooking Lab, l’Osservatorio sulle tendenze alimentari dell’omonima azienda toscana emblema dell’italianità, condotto mediante metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 2000 persone tra i 18 e i 65 anni attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community.
Gli italiani, quindi, si mostrano decisamente attenti e vigili sulla provenienza dei prodotti, dove l’italianità viene percepita come una vera e propria garanzia di qualità; per questo privilegiano tendenzialmente gli alimenti nostrani e controllano le informazioni sulla confezione per accertarsi della loro origine. Lo dimostrano gli ultimi dati diffusi da Eurispes relativi al 2014, che hanno rivelato che quasi 8 italiani su 10 (77,6%) scelgono spesso prodotti alimentari Made in Italy.
Molto importanti per gli abitanti del Belpaese anche i marchi di qualità garantita: quasi 1 italiano su 2 (46,4%) ha rivelato di privilegiare l’acquisto di prodotti con marchio Dop (89%), Igp (79%), Doc (75%), dove l’Italia è leader in Europa con 269 prodotti iscritti nel registro dell’Unione Europea, suddivisi tra 161 DOP, 106 IGP e 2 STG, secondo i dati del XII Rapporto Ismea Qualivita.
Quasi la totalità delle persone, ben il 95%, al concetto di Made in Italy associa un prodotto alimentare di origine interamente italiana, a partire dalle materie prime fino alle diverse fasi della lavorazione. Ma in quanti sono a conoscenza delle caratteristiche deve possedere un alimento per essere definito italiano al 100%? Dall’indagine è emerso che gli italiani sono molto informati sul tema, visto che ben l’81% sa che un prodotto, per essere definito Made in Italy, deve essere realizzato con materie prime prodotte sullo Stivale, lavorati e infine confezionato in Italia. C’è però anche una parte della popolazione (8%) che crede che il confezionamento può essere comunque fatto all’estero, mentre la percentuale scende al 6% per quanto riguarda i vari processi di lavorazione e al 5% per l’origine delle materie prime.
Ma quali sono le maggiori preoccupazioni che portano sempre più italiani a monitorare le etichette degli alimenti? Se per il 77% la paura è quella di acquistare prodotti lavorati in paesi dove non si rispettano le più elementari norme igienico-sanitarie, per il 69% l’etichetta va esaminata per controllare l’eventuale presenza di conservanti, coloranti o altri indesiderati additivi chimici. Molto importanti per gli italiani è anche la questione nutrizionale, allo stesso modo delle intolleranze e delle allergie: ben 6 su 10 infatti leggono con attenzioni i valori nutrizionali e gli eventuali allergeni presenti nel prodotto.
Tra le migliaia di prodotti presenti nei supermercati, quali sono quelli tenuti maggiormente sotto controllo dagli italiani? Al primo posto nella speciale classifica del “Cosa sta sotto?” ci sono le carni fresche (85%), di cui viene esaminato il luogo di allevamento e di macellazione, il latte (77%), allo stesso modo dei prodotti caseari, e la verdura (72%). Chiudono la classifica gli insaccati (68%), la frutta (65%) e la carne in scatola (61%).
Una recente ricerca condotta dal Ministero per le Politiche agricole e forestali ha rivelato infine che l’82% degli italiani sarebbe disposto a spendere di più per avere la certezza dell’origine e provenienza italiana del prodotto. Questa scrupolosa attenzione all’origine e alla qualità è dimostrata da un dato veramente sorprendente: 1 italiano su 2 sarebbe pronto a pagare dal 5 al 20% in più per avere la garanzia della qualità Made in Italy.
Ma questa attenzione è la medesima tra uomini e donne, in ogni fascia d’età e in tutto lo Stivale? La risposta è negativa se si pensa che le donne (77%) si rivelano decisamente più attente degli uomini (63%) per quanto riguarda l’origine dei prodotti, e che la percentuale di “controllo” passa dall’85% nella fascia 50-65 al 61% nella fascia 18-25. A livello geografico infine svetta il Nord, che con una percentuale di controllo delle etichette pari al 75%, supera il Centro (72%) e il Sud (68%).
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