Con due settimane di ritardo sul previsto, e noncuranti per il ritiro in corso delle truppe internazionali dall’Afghanistan, i talebani hanno annunciato oggi che anche quest’anno sferreranno una Offensiva di Primavera in grande stile, "contro gli invasori stranieri" e "contro i loro pagliacci mercenari interni". In un comunicato in quattro lingue (inglese, persiano, pashtun e urdu) firmato dal Consiglio della leadership dell’Emirato islamico dell’Afghanistan, gli insorti hanno precisato che l’offensiva, denominata ‘Khaibar’, "comincera’ il 12 maggio alle 5, al grido di ‘Allah u Akbar’ (Allah e’ il piu’ grande)".
L’annuncio non ha colto di sorpresa le autorita’ afghane, ma la possibile intensificazione degli attacchi quando il Paese sara’ impegnato nel ballottaggio per scegliere il successore del presidente Hamid Karzai, accresce di molto l’allarme sicurezza. I talebani hanno spiegato di avere scelto il nome ‘Khaibar’ per il 2014 in riferimento ad una famosa battaglia avviata da Maometto "nel settimo anno della migrazione (7th Hijri Lunar) contro i nemici dell’Islam che termino’ con la conquista di castelli e basi fortificate e la fuga degli infedeli". Con la scelta di questo nome dal presagio positivo, si dice, "chiediamo ad Allah di ripulire il Paese dal sudiciume degli infedeli e permettere di liberare le loro grandi basi".
Come hanno fatto gia’ in passato senza rispettare troppo l’impegno, i seguaci del Mullah Omar hanno assicurato che negli attacchi saranno presi di mira obiettivi militari "prevenendo perdite finanziarie e corporali ai civili comuni". La loro attenzione sara’ invece concentrata a "colpire alti funzionari governativi, ministri del governo, membri del Parlamento, responsabili della sicurezza, ufficiali di sostegno agli invasori nei ministeri dell’Interno e degli Esteri, procuratori e giudici che perseguitano i mujaheddin e anche gli uomini dell’intelligence (Nds) che li torturano".
Principali obiettivi saranno i raduni militari delle forze straniere di invasione, i centri e i mezzi di trasporto dei diplomatici stranieri, nonche’ le basi militari dei loro pagliacci mercenari interni, i loro mezzi di trasporto".
Fonti del ministero della Difesa afghano e della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) hanno minimizzato l’importanza dell’annuncio sostenendo che "le minacce passate di sabotare le elezioni non si sono avverate", mentre "gli insorti ripetono quanto detto in passato non tenendo conto dei rapporti di forza esistenti oggi in Afghanistan".
C’e anche da notare che, a differenza di quanto avvenuto in Pakistan dove governo e talebani hanno avviato una forma di pre-dialogo, gli sforzi simili di Karzai e del suo Alto Consiglio per la pace non sono riusciti ad ottenere risultati concreti. Eppure Karzai ha perfino mostrato di volersi distanziare dagli Usa (rifiutandosi di firmare l’Accordo bilaterale strategico), ma questo non ha intenerito i talebani.
Va infine detto che l’avvio della campagna di Primavera talebana coincide con uno degli anni meno cruenti da quando la Coalizione internazionale e’ intervenuta 13 anni fa. Secondo statistiche ufficiose, infatti, nel 2014 le perdite straniere sono state finora appena 29, un basso livello che non si registrava dagli anni 2005-2006.
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