Sono sempre piu’ in preda al disagio piscologico i ‘Rambo’ francesi reduci dall’inferno dell’Afghanistan. Secondo un’inchiesta pubblicata oggi dal quotidiano Le Monde, un numero crescente di militari torna a casa con problemi di equilibrio mentale. Ed e’ da pochissimo tempo che l’esercito ha cominciato ad aprire gli occhi su questi traumi, con il lancio di un piano d’azione e l’organizzazione di un approfondimento interno i prossimi 23 e 24 ottobre, alla presenza del ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian.
Le famiglie si sentono isolate e chiedono il riconoscimento dei danni. A volte i casi sono sconcertanti. Come quelli di chi si e’ messo ad aggredire i propri bambini. O di chi e’ saltato senza ragione alcuna addosso al cliente di un supermercato. O di chi tenta piu’ ‘semplicemente’ il suicidio. Secondo i dati del servizio sanitario dell’esercito transalpino, ad oggi, 400 militari riportano problemi psichiatrici. Si tratta dell’unico dato ufficiale disponibile, ma stando a un portavoce e’ fissato ‘al ribasso’ e andra’ ‘sicuramente ad aumentare’.
In totale, dal 2001, circa 60.000 soldati francesi sono passati dall’Afganistan, spesso coinvolti in duri combattimenti o in situazioni estremamente pericolose. La misura dei disagi, dal semplice malessere fino alla sindrome da stress postraumatico, e’ oggetto di un dibattito. Studi francesi recenti misurano una proporzione del 7% di soldati colpiti da ferite della psiche. In alcune unita’ combattenti, i numeri possono tuttavia salire addirittura al 100%. Insomma, osserva Le Monde, per gli anni a venire l’assistenza di diverse migliaia di ex-combattenti e delle loro famiglie si annuncia come una sfida sociale. Studi americani condotti su alcuni veterani dell’Iraq e dello stesso Afghanistan hanno concluso che alcuni elementi aumenterebbero il rischio di sindrome da stress postraumatico: la lunghezza della missione (sei mesi per i francesi, un anno per gli americani), posto di combattimento vicino al nemico, vista della morte o del ferimento di un compagno. Negli Stati Uniti, il 2012 restera’ un anno nero, con il raggiungimento di un record di suicidi – 270 militari nei nove primi mesi dell’anno. E il cedimento dell’equilibrio finanziario delle assicurazioni militari. Per la prima volta dall’inizio del conflitto, il numero di suicidi e’ stato uguale a quello dei morti in battaglia, pari a 2.000. Washington ha quindi lanciato campagne di sensibilizzazione e addirittura la diffusione di applicazioni Smartphone per aiutare gli ex combattenti. Ma in Francia tutto tace. E solo adesso si comincia a prendere coscienza delle ferite psicologiche della guerra. Con il lancio di un piano d’azione interamente consacrato al problema, ma anche di un numero verde e di un ufficio centrale per coordinare i servizi medico-psicologici.
Il presidente francese, Francois Hollande, ha gia’ avviato intanto il ritiro delle truppe francesi dall’Afghanistan, che e’ iniziato lo scorso luglio e dovrebbe concludersi entro fine anno.
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