Sono rimasti in silenzio davanti al gip di Torino Alessandra Bassi che stamani ha tenuto l’udienza di convalida dei loro fermi. Alfredo Cospito e Nicola Gai, i due anarchici torinesi sottoposti ieri a fermo di pg per l’attentato all’amministratore delegato di Ansando Nucleare, Roberto Adinolfi hanno osservato un silenzio totale, tanto che hanno preferito non dire nemmeno i loro nomi ne’ declinare le proprie generalita’. E silenzio ha osservato il loro avvocato Gian Mario Ramondini che si e’ limitato a dire al giudice che i suoi assistiti si avvalevano della facoltà di non rispondere. I pm di Genova Silvio Franz e Nicola Piacente, che coordinano le indagini della digos genovese e dei carabinieri, se l’aspettavano: gli anarchici, e in modo particolare gli informali, non riconoscono alcuna autorita’, tantomeno quella dello Stato e ad essa non rispondono.
Il gip si e’ riservato una decisione sulla convalida, decisione che dovrebbe gia’ arrivare domani. Se il giudice dovesse formalizzare gli arresti e disporre le misure cautelari, il fascicolo tornera’ a Genova dove i pubblici ministeri chiederanno al gip genovese il rinnovo delle misure. Anche Cospito e Gai verranno avvicinati e portati in un carcere che possegga lo speciale circuito carcerario dedicato a anarchici e terroristi.
Intanto le indagini vanno avanti: le perquisizioni hanno portato le prime conferme, come il rinvenimento degli abiti compatibili con quelli descritti dal figlio di Adinolfi il giorno dell’attentato, in particolar modo un giaccone marrone. Le analisi biochimiche e balistiche potranno dare ulteriori conferme. La digos sta lavorando tra l’altro sulle schede madre prelevate dalle fotocopiatrici in uso agli indagati e nei personal computer sequestrati oltre ai tracciati dei Telepass e ancora sulle videocamere intorno alla zona dove e’ stato parcheggiato lo scooter utilizzato per l’attentato. Uno dei punti da chiarire riguarda proprio la via di fuga: i fotogrammi della videocamera del bar hanno ripreso Gai e Copito, il ‘compagno Pitokos’, mentre si allontanano da via Galata. I due poi ‘spariscono’ in un’area resa cieca dalla assenza di videocamere. Non percorrono via XX Settembre, ne’ si ritrovano alla stazione ferroviaria di Brignole o in piazza della Vittoria. Con tutta probabilita’ i due erano attesi in piazza Colombo da un complice dove i due hanno potuto disfarsi della pistola Tokarev e prendere una o due macchine per rientrare in Piemonte.
Digos genovese e carabinieri cercano anche di circoscrivere l’ambito delle complicita’ che potrebbe estendesi ben oltre il territorio piemontese, fino alla Campania, dove si troverebbe l’anello di collegamento con il movimento greco della Cospirazione delle Cellule di fuoco, e alla Toscana dove si trova un anarchico condannato per rapina, frequentato spesso da uno dei due indagati, profondo conoscitore del mercato clandestino delle armi. Anarchici che gli investigatori ritengono di ‘grande spessore politico e criminale’, che nulla avrebbero a che vedere con anarchici ‘cittadini’, come quelli recentemente perquisiti e indagati dai carabinieri a Genova.
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