E’ tornato nella “Casa del Padre” il Papa coraggioso, rivoluzionario, tale in quanto si è prefisso la “restaurazione” della Chiesa Cattolica, il quale, per tale motivazione, ricorda la passione amorosa di San Francesco per Gesù. Non a caso il suo successore si chiama Francesco. Non vi è trasformazione che non rechi con sé sofferenza sia per contrasti manifesti, sia per contrasti non manifesti, tuttavia dirompenti, da parte di chi ad essa non è favorevole, per motivi di varia natura. Papa Benedetto ha trovato non pochi avversari sul suo percorso, che doveva condurre ai valori spirituali degli albori del cristianesimo e rendere la Chiesa contemporanea la Chiesa fondata da Gesù.
E’ difficile comprendere la scelta di Papa Benedetto senza riflettere sul contenuto delle due seguenti affermazioni, la cui rilevanza è sbalorditiva e restituisce le debite risposte a tante perplessità che la sua scelta ha generato: «Per un verso, mi sembrava che fosse questo il rapporto esistente tra il mio precedente compito di professore e la nuova missione. Anche se in modi diversi, quel che era e continuava a restare in gioco era seguire la verità, stare al suo servizio. E, d’altra parte, ho scelto questo motto perché nel mondo di oggi il tema della verità viene quasi totalmente sottaciuto; appare infatti come qualcosa di troppo grande per l’uomo, nonostante che tutto si sgretoli se manca la verità», che sono parole riferite alla sua scelta di essere collaboratore della verità (Terza lettera di Giovanni), come ripetutamente poneva in luce con grande afflato cristiano; “Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano. La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli! Siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo tutte le nostre grandi parole, i nostri grandi gesti. Abbi pietà della tua Chiesa!», che sono parole pronunciate il 25 marzo 2005, Venerdì Santo, nel corso della Via Crucis, in Roma.
L’intento di rinnovamento della Chiesa Cattolica è presente in entrambe le citazioni: a tale intento Papa Benedetto diede corso con coraggio e fede autentica. Riportare la Chiesa alle sue origini, come Gesù l’aveva voluta e vuole che sia, è stato l’impegno del suo pontificato, che significava dar corso ad una vera e propria rivoluzione e significava anche e soprattutto porre in luce alcuni mali della Chiesa contemporanea, taciuti, anzi nascosti , tuttavia esistenti e documentabili.
Papa Benedetto ne parla e vuole sradicare tali mali dal cuore della Chiesa di Cristo al fine di restituirla ai credenti candida e fulgida di luce vera ed umana, permeata dalla Verità, senza la quale essa non è più la Chiesa di Gesù.
Realizzare la missione di restaurazione della Chiesa Cattolica, ridarle i valori che sgorgano dalla sua fonte originaria, le cui acque sono cristalline e pure, significa dar corso ad una rivoluzione, che se non realizzata, toglie senso all’essere il Buon Pastore. Papa Ratzinger vuole, senza dubbio, essere il Buon Pastore. Non sa rinunciare ad essere il Buon Pastore perché egli crede fermamente in Dio: lo dice e lo ribadisce, ancor più, affermando “Dio è Amore”, come è ratificato nel Vangelo di Giovanni e negli scritti di Sant’Agostino.