“La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente, ma è l’unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”. (Joseph Pulitzer)
“Faccio divulgazione scientifica da quasi cinquant’anni, e ogni volta è sorprendente rendersi conto che più escono cose dalla scatola della conoscenza più se ne creano dentro, in continuazione, di nuove”. (Piero Angela)
“Tutto il problema della vita è questo: come rompere la propria solitudine, come comunicare con gli altri”. (Cesare Pavese)
“Non sono d’accordo con quello che hai da dire, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo”. (Voltaire)
“L’unico grande problema della comunicazione è l’illusione che abbia avuto luogo”. (George Bernard Shaw)
IN MORTE DI LUCIANO DE CRESCENZO
Luciano De Crescenzo, un grande divulgatore ignorato scioccamente dalla critica radical chic. Neanche dopo la sua morte certi insopportabili intellettuali di casa nostra sapranno chiedere scusa a Luciano De Crescenzo e riconoscerne i meriti. È uno degli aspetti che mi irrita e mi mette di malumore, quando si parla della cultura italiana, dal dopoguerra in poi, ormai più di settant’anni!
SCHIERARSI CON LA SINISTRA…
Se sei un artista vicino o affiliato o ruffianamente devoto alla sinistra, i tuoi libri, i tuoi quadri, i tuoi film sono sostenuti, imposti sul mercato, ricevono onori, premi e denaro. E un gregge incredibilmente numeroso di quacquaraqua segue i vizi e i vezzi dell’elite radical chic: chi non ne fa parte, diventa invece oggetto di sarcasmo o addirittura disprezzo.
IL CONFRONTO CON CAMILLERI
De Crescenzo è una delle vittime di questa arroganza. La sua scomparsa segue di qualche giorno quella di Andrea Camilleri, che nei plotoni sinistrorsi seppe invece arruolarsi, trovando spazio e sostegni e infine esagerate celebrazioni. De Crescenzo, no. Sulla sua appartenenza a qualche area o partito politico, a quelli che volevano sapere se era di centrodestra o di centrosinistra, rispose che lui era del “centro storico”. Deliziosa ironia.
VENTI MILIONI DI LIBRI VENDUTI
Per fortuna la gente si infischia dell’elite col naso all’insù. Per De Crescenzo sono eloquenti le cifre: 20 milioni di libri venduti nel mondo, 7 in Italia. Tradotti in 19 lingue e diffusi in 25 Paesi nel mondo. Luciano subì il sarcasmo più bieco perché in una serie di fortunati libri osò avvicinarsi alla filosofia (intoccabile!), riuscendo a raccontarla con uno stile comprensibile per tutti. Per me, uno dei suoi meriti fondamentali: la capacità, e la qualità, della divulgazione popolare. E lui? Sempre ironico, rispose a chi gli contestava l’approccio alla filosofia: “Io non sono un filosofo, mi considero un apprendista”.