Quanto sta succedendo nelle zone terremotate, ad oltre 13 mesi dal sisma, è un chiaro ed inequivocabile spaccato dell’Italia che non funziona, dell’Italia delle chiacchiere, dello sperpero, dell’attribuzione della responsabilità ad altri e della più nefasta burocrazia, la quale, purtroppo, è fatta apposta per allungare i tempi e dare adito a pensieri che sanno di clientelismo se non addirittura di comportamenti peggiori.
La sfrontatezza degli amministratori al potere è arrivata al punto di nominare un gruppo di saggi per usare diligentemente il denaro donato dagli italiani con gli sms, denaro che anche il più sprovveduto, ma serio ed onesto, avrebbe impiegato per far fronte alle prime ed inderogabili esigenze di chi era rimasto senza nulla ma, purtroppo, il fine politico, alla ricerca di visibilità, ha suggerito di sperperarli in opere inutili che nulla hanno a che fare con le esigenze per le quali tanto denaro era stato donato.
Lo sciagurato impiego è stato in parte bloccato, ma rimane da spendere quanto raccolto e, se fino ad oggi non è stato fatto, “gatta ci cova”.
In questo marasma e malcostume non dobbiamo dimenticare quanti personaggi istituzionali sono andati a manifestare il loro “dolore” ai terremotati e con facce meste hanno snocciolato gli istituzionali “non vi dimenticheremo… insieme ce la faremo… cambieremo le disposizioni attuali e tanti altri bla, bla…”.
Nessuno, ripeto nessuno, ha chiesto come mai la situazione languiva e chiesto come venivano impiegati i 33 milioni donati: questo dimostra in modo inequivocabile che le visite erano solo delle ridicole prese in giro. Credo che ci sia proprio da vergognarsi e presentare, per un minimo di rispetto, le dimissioni. Nessuno però lo farà, in quanto la colpa non è di nessuno e che niente di anomalo è successo. Purtroppo questo è il vero volto dell’Italia attuale.
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