"Missione compiuta": il presidente del Consiglio Matteo Renzi saluta così su Twitter l’accordo raggiunto a Palazzo Chigi tra la Whirlpool, i sindacati e il governo sul piano industriale del gruppo nel nostro paese. "È un accordo molto importante, il piano è stato modificato in più punti che come governo non potevamo accettare: ora non ci sono esuberi, ogni stabilimento ha la sua missione produttiva e soprattutto vengono fatti investimenti per 513 milioni", spiega il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, tra i firmatari dell’accordo a nome dell’esecutivo insieme al premier Renzi e al sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova, mentre per le Regioni erano presenti i presidenti della Campania Vincenzo De Luca, della Lombardia Roberto Maroni e delle Marche Luca Ceriscioli.
I sindacati erano invece rappresentati dal numero uno della Fiom Maurizio Landini, della Fim-Cisl Marco Bentivogli, della Uilm Rocco Palombella e dell’Ugl metalmeccanici Antonio Spera.
"Siamo molto orgogliosi di questo accordo: in poco più di due mesi abbiamo raggiunto un accordo condiviso che mette in campo risorse mai viste nel passato per il rilancio" ha commentato l’amministratore delegato di Whirlpool Italia Davide Castiglioni.
Per il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, le modalità con cui è stata raggiunta questa intesa può indicare una strada utile per il futuro: "Gli incontri e le occasioni di discussione, a volte anche molto aspri, che si sono succeduti in questi mesi, hanno dimostrato, con la firma di oggi, che l’impegno a non voler rinunciare al lavoro di confronto, di ascolto e di capacità di sintesi è possibile se c’è la volontà di risolvere e costruire. Sono convinta che se queste capacità continueranno a determinare tutti i passi che il nostro Paese sta affrontando i successi, come quello odierno, saranno sempre più una consuetudine".
Soddisfatti i presidenti delle Regioni interessate, soddisfatti anche i sindacati ma Landini precisa che "non è il Jobs act che ha fatto l’accordo, è necessario far ripartire gli investimenti e per la politica industriale serve pensare sui settori strategici. Oggi celebriamo un accordo chiuso positivamente ma ci sono ancora molte vertenze aperte come Termini Imerese, Alcoa, Ilva, Fincantieri e Finmeccanica: se il governo vuole davvero giocare il suo ruolo, deve rispondere su questo".
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