Già in passato, come coordinamento UIM Europa e patronato ITAL UIL in Svizzera, abbiamo informato la comunità italiana residente nella Confederazione degli accordi fiscali che si stavano trattando e firmando tra la Svizzera e l’Italia per uno scambio reciproco di informazioni fiscali, evidenziando che un tale accordo – che avrebbe modificato la Convenzione italo-svizzera del 1976 per evitare le doppie imposizioni fiscali – non avrebbe riguardato unicamente i grandi evasori italiani titolari di conti segreti nelle banche svizzere bensì, per certi aspetti, anche emigrati, frontalieri ed ex emigrati italiani in Svizzera. Per cui lanciammo l’appello affinché quanti di questi soggetti non fossero stati in regola con il fisco elvetico o italiano valutassero l’opportunità di regolarizzare al più presto la loro situazione.
Adesso ritorniamo a trattare questo argomento poiché, come informa la Segreteria di Stato elvetica per le questioni finanziarie internazionali, essendosi concluse le procedure di ratifica in entrambi i Paesi, lo scorso 13 luglio è entrato in vigore ufficialmente il Protocollo che modifica la summenzionata Convenzione. Un Protocollo che, come ha commentato recentemente anche il parlamentare del PD eletto all’estero Marco Fedi, ha integrato nella Convenzione del 1976 lo standard internazionale sullo scambio di informazioni fiscali su domanda che era stato firmato dai due Paesi il 23 febbraio 2015.
Da parte nostra auspichiamo, quindi, che quell’appello della UIM non sia stato vano poiché adesso lo scambio di informazioni fiscali tra Svizzera ed Italia su domanda, dal 13 luglio 2016, è applicabile retroattivamente per fatti accaduti dal 23 febbraio 2015 e cioè dal giorno della firma del Protocollo. Nella pratica significa che le autorità fiscali elvetiche o italiane – quando abbiano un fondato sospetto che un residente abbia evaso il fisco locale tacendo sul possesso di un patrimonio o di un reddito – possono chiedere (ed avere) informazioni e/o documenti alle autorità fiscali dell’altro Paese. Ma, attenzione, questo scambio di informazioni fiscali su domanda tra Svizzera ed Italia, oggi ufficialmente in vigore, è solo l’antipasto del piatto forte che su questa materia arriverà nel 2018 quando, per i redditi del 2017, entrerà in vigore lo scambio automatico delle informazioni fiscali tra i due Paesi. Ciò significando la fine, certamente, del segreto bancario elvetico per i non residenti ma pure di altre eventuali situazioni non conformi alla Convenzione fiscale italo-svizzero del 1976.
*coordinatore UIM Europa
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