Gianluigi Paragone, Senatore del M5S, parlando a Radio Cusano Campus, sul risultato delle regionali in Abruzzo ha detto: “Sul fatto che ora verrà raccontato il crollo del M5S mi sembra che vada sulla perfetta scia di un anno di prime pagine e di informazione, ci abbiamo fatto il callo. Il risultato ci dice che i cittadini abruzzesi hanno gradito il modo in cui in questi anni sono state gestite le cose e quindi non avevano intenzione di cambiare. Evidentemente gli abruzzesi sono soddisfatti della gestione del centrosinistra e di quella del centrodestra nel recente passato. Subito dopo le politiche non abbiamo vinto in Molise e in Friuli, quindi il voto delle amministrative è marginale e si prendono in considerazione aspetti della quotidianità, è un voto che riguarda soprattutto la sanità”.
Paragone, possibile futuro presidente della Commissione d’inchiesta sulle banche, si è espresso su Bankitalia e Luigi Federico Signorini. “L’autonomia e l’indipendenza di Bankitalia non vuol dire autonomia e indipendenza anche dalle responsabilità dell’omesso controllo. La proposta di nomina di Signorini quantomeno deve essere analizzata in termini critici, la gente almeno sa che oltre alla casta di politici c’è una casta di dirigenti pubblici. Sono i classici uomini invisibili, a cui almeno abbiamo dato un volto. Noi vogliamo che quando il risparmiatore va in banca la banca non lo freghi. La banca oggi è un discount di un centro commerciale di prodotti finanziari. Nessuno di noi ha minato il principio di indipendenza di Bankitalia, di cui ormai si parla come un altro potere dello Stato. Io dico solo che indipendenza non significa immunizzazione di fronte alle responsabilità. Almeno Bankitalia risponda dell’omesso controllo”.
Su Mahmood al Festival di Sanremo. “Per me è un bellissimo pezzo, l’orchestra era contenta di giocare con lui. Lui, anche soltanto con il battito di mani, gli ha dato una scansione diversa rispetto agli altri pezzi. Il problema è la discrepanza assoluta tra il voto popolare e la giuria cosiddetta tecnica. Andiamo a guardare la giuria tecnica e ci accorgiamo che la voglia di metterci qualcosa di politico c’è. C’è Severgnini, ecc… Insomma, c’è la certezza che la vittoria di Mamhood arrivi dal mondo dei fighetta. Ciò non toglie che il pezzo di Mahmood mi sia piaciuto. Il podio de Il Volo grida vendetta da ogni latitudine, un pezzo così brutto non lo sentivo da tempo. Questi sono strapompati dall’industria discografica. Io riconosco a Baglioni, che ho criticato per il conflitto d’interessi con Salzano, ha avuto il coraggio di aver esplorato il mondo dell’ambiente Indie”.