E’ nelle regioni del Nord dove avviene il maggior numero di aborti, seguite da quelle meridionali, centrali e le isole. Secondo i dati della relazione del ministero della Salute sulla l.194, nel 2011 sono state effettuate 109.538 interruzioni volontarie della gravidanza, con un calo del 5,6% rispetto al dato definitivo del 2010 (115.981 casi). In particolare, nel 2010 sono stati 53.311 gli aborti nelle regioni settentrionali, di cui 18.959 in Lombardia, mentre in quelle meridionali sono risultati 27.732, con il picco in Campania (11.181). Al centro invece sono stati 24.828, con la maggior parte fatti nel Lazio (12.870), e a seguire le isole con 10.110, e la Sicilia (7.795). Il tasso di abortivita’ (numero di aborti per 1.000 donne tra 15-49 anni), nel 2011 e’ stato di 7,8 per 1.000, con un decremento del 5,3% rispetto al 2010 (8,3 per 1.000) e un decremento del 54,7% rispetto al 1982 (17,2 per 1.000). Il valore italiano e’ tra i piu’ bassi di quelli osservati nei Paesi industrializzati.
La maggior parte delle interruzioni volontarie di gravidanza (ivg) avviene tra i 30 e 34 anni (22,1%), cui seguono con valori uguali le fasce d’eta’ tra i 25-29 e 35-39 anni al 20%. Si tratta piu’ di donne non sposate (49,3%), anche se quelle sposate rappresentano una fetta importante, il 43,8%. Gli aborti sono piu’ frequenti in chi ha un minor grado di istruzione, 44,2% con la licenzia media e 41,6% con il diploma, e in chi ha un lavoro (47,2%), o e’ casalinga (24,6%). Tra le donne disoccupate invece il tasso e’ del 16% e tra le studentesse del 10%. La percentuale di Ivg effettuate da donne che hanno fatto un precedente aborto e’ risultata pari al 27,2%, valore simile a quello del 2006, 2007, 2008 e 2009 (27%).
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