Province? Addio. Dopo 152 anni! In pratica si sta attuando una proposta che da anni noi di ItaliaChiamaItalia continuiamo a prospettare come unica soluzione del problema: “eliminazione completa delle Province” con modifica della carta costituzionale. Non vorremmo, nel contempo – poiché sappiamo come vanno le cose italiche – prevedere una sorta di Super-Comune che svolga gli “stessissimi” compiti, con lo “stessissimo” personale al posto della Provincia abolita; come non vorremmo che le poltrone politiche sparite con la morte della Provincia rispuntassero, magari maggiorate con questa “Area Vasta super comunale”. Diciamo questo, perché, con grande soddisfazione, possiamo affermare con prove e documentazione che l’idea base del “super comune”, da noi ridefinito più appropriatamente: “Comune Provinciale”, l’abbiamo lanciata qualche anno fa, all’inizio della campagna per l’abolizione della Provincia con l’intento, appunto, di razionalizzare le funzioni operative sul territorio provinciale, eliminando sprechi, doppie funzioni e posizioni politiche assolutamente inutili a seguito dell’eliminazione completa dell’Istituzione provinciale di nomina politica.
Nell’aprile 2009 scrivevamo: "Ci siamo: si sta finalizzando quello che scrivemmo: trasformare le Province in Enti funzionale-operativi, formati dall’assemblea dei sindaci insistenti nella stessa Provincia. Noi avevamo proposto di chiamare quest’ultimo ‘Sindaco-Provinciale’, proprio per fornirgli anche nella definizione istituzionale le caratteristiche di responsabilità del territorio di riferimento. Una volta ridefiniti i compiti con la Regione, le sovrapposizioni di competenza non esisteranno più. Le istanze dei vari Sindaci-Comunali verranno direttamente dibattute ed affrontate in un’aula consiliare composta dai vari sindaci (od assessori della materia da trattare) dell’ex-provincia. Il risultato sarà una semplificazione enorme delle procedure amministrativo-burocratiche, con un altrettanto enorme recupero di personale dipendente dai vari enti che, essendo coordinato centralmente, sarà utilizzato in maniera più proficua, senza licenziare nessuno. Questo ‘Super-Comune’ dovrà includere anche la problematica legata alle Circoscrizioni che, attualmente, per le cosiddette Aree metropolitane (come Roma, Milano, e quasi tutti i capoluoghi) rappresentano un ulteriore costosissimo scalino politico. I Presidenti (mini-sindaci) di questi Enti, infatti, sono, attualmente anche loro eletti”.
Nel maggio del 2010 scrivevamo: “Sarà premiato l’efficientismo, in quanto si elimineranno le doppie funzioni; il rapporto sarà di dipendenza di lavoro collaborativa, anziché di natura politica, eventualmente avversa. Eleviamo pure il rango del Comune Provinciale (…), ma nel contempo declassiamo la stragrande maggioranza di Mini Comuni con pochi abitanti, lasciando il simbolico Sindaco Comunale, ma dipendente funzionalmente dal Sindaco Provinciale (eletto nelle stesse liste del Comune di riferimento)”.
Nell’agosto 2011 scrivevamo: “le prime Province che dovrebbero essere abolite, in realtà, sono proprio quelle delle grandi città, già Capoluoghi di Regione (…). I loro poteri potrebbero essere splittati benissimo tra Regione, Comune e tutte le varie Circoscrizioni, non più rette da proprie amministrazioni ‘politiche’ ma dipendenti dal Comune (come una volta)! A questo punto, vista la grandezza del territorio metropolitano, includiamo anche i comuni limitrofi (ora nella Provincia) e facciamoli coordinare tutti dal Comune Provinciale. Questo discorso varrebbe oltre che per tutte le città metropolitane già capoluoghi di Regione, anche per quelle con importanza strategica del territorio, come per es.: Bergamo che includerebbe tutte le frazioni o piccoli Comuni ormai facenti parte del confinante tessuto urbano allargato valligiano. Per fare ora un raffronto ora con le Province autonome di Trento e Bolzano, in questi casi, la Provincia, in realtà, svolge le funzioni di una Regione e mancherebbe, appunto, il ruolo della Provincia. Pertanto in questi due casi particolari le due Province, potrebbero già fin d’ora appellarsi Comuni Provinciali”.
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