Gli impegni, soprattutto di lavoro, ma anche la famiglia e le relazioni sociali stanno mandando in tilt i ritmi naturali del nostro corpo, togliendoci preziose ore di sonno, con tutto cio’ che ne consegue per la nostra salute. E’ la sindrome da ‘jetlag sociale’: questo il nome con cui e’ stato battezzata l’ingente sfasatura tra i ritmi naturali del corpo (scanditi dall’alternanza naturale luce/buio) e i ritmi imposti dagli impegni quotidiani che ci costringono a stare piu’ di un’ora svegli di quanto dovremmo.
Secondo un maxi-studio tuttora in corso e reso noto sulla rivista Current Biology, questa sindrome colpisce la stragrande maggioranza delle persone, con un picco nell’eta’ adolescenziale, e poi resta fino all’eta’ della pensione, provocando danni alla salute e contribuendo ad alimentare l’epidemia mondiale di obesita’.
Il maxi-esperimento, basato su un questionario disponibile online in varie lingue, ha fin qui coinvolto qualcosa come 65 mila individui europei e da ultimo permettera’ di tracciare la ‘mappa mondiale del sonno’ per vedere quanti di noi sono colpiti dal jetlag sociale (sindrome da fuso orario che persiste e cronicizza come se stessimo sempre in viaggio tra regioni del mondo con fusi diversi) e con quali conseguenze per la salute.
Condotta da Till Roenneberg dell’Universita’ di Monaco, l’indagine ha esaminato, tramite le risposte al questionario, il cronotipo di decine di migliaia di individui confrontando le loro abitudini in fatto di sonno durante la settimana e nei week end. L’idea di fondo e’ che se nel week end dormiamo molto piu’ che durante la settimana, vuol dire che soffriamo di un profondo jetlag sociale. I dati esaminati ad oggi mostrano una situazione a dir poco sconfortante: 4 individui su 5 hanno bisogno della sveglia per alzarsi durante la settimana, segno che interrompono costantemente il loro sonno a meta’, recuperando poi, se ci riescono, nel week end. Una persona su tre soffre di due ore di jetlag perenne, mentre oltre una su due (69%) di almeno un’ora di sfasamento. Inoltre e’ emerso che nelle ultime decadi la durata del sonno e’ diminuita molto, nel complesso, e che tale taglio netto al riposo si concentra tutto nei giorni lavorativi.
Risultato? Pochi seguono ormai i ritmi naturali del corpo che sarebbero scanditi dal sorgere e dal tramontare del sole, si trascorre sempre piu’ tempo in ambienti chiusi e meno alla luce del sole, cosicche’ il nostro orologio biologico e i ritmi circadiani sono ormai sfasati.
Lo studio in fieri ha inoltre confermato che la cronica deprivazione di sonno aumenta il rischio di ingrassare: non a caso proprio gli individui il cui jetlag e’ risultato piu’ forte sono risultati essere quelli piu’ a rischio sovrappeso.
Il jetlag sociale ha un’influenza cosi’ forte da poter essere un fattore causale importante, conclude Roenneberg, nell’epidemia di obesita’ che oggi dilaga nel mondo.
Discussione su questo articolo