Italiani residenti nella Repubblica Dominicana per una volta tutti uniti nel difendere il Paese che li ospita e la comunità italiana tutta. E’ successo dopo la pubblicazione su Fanpage di un articolo dal titolo “A Santo Domingo tra i nuovi italiani in fuga: gestori di bordelli, latitanti e falliti”. Un pezzo firmato da “Redazione” (sigh, se pubblicate un articolo del genere abbiate almeno il coraggio di firmarlo con nome e cognome) di cui non vale la pena riportare nemmeno una parola. Del resto, dal titolo potete immaginarvi il contenuto del pezzo. Un articolo – in cui tra l’altro parlano solo persone che vogliono restare anonime o si nascondono dietro uno pseudonimo – che getta fango addosso alla comunità italiana residente nell’isola Hispaniola.
I connazionali utilizzano Facebook per dire la propria. Le prime reazioni giungono dal MAIE. Diversi gli esponenti del Movimento Associativo Italiani all’Estero della RD che hanno reagito con forza, indignati. Flavio Bellinato, coordinatore MAIE Santo Domingo, scrive: “Le generalizzazioni sono uno strumento spesso utilizzato da giornalisti e politici che hanno come obbiettivo fare del sensazionalismo o far passare un messaggio populista con finalità elettorali. Coloro che vivono in Repubblica Dominicana e che sentono di non far parte di una certa categoria di personaggi, devono opporsi a questo genere di articoli! Sono fiero di essere italiano (e naturalizzato dominicano) e i connazionali che ho conosciuto in 18 anni risiedendo in questo paese non sono in maggior parte ciò che ho letto”.
Interviene anche Armando Tavano, che per il MAIE coordina il dipartimento Economia e fisco: “Un articolo fuorviante, che comunque prende spunto dai tanti luoghi comuni che riguardano la nostra isola. È così che la maggior parte degli italiani pensa dei connazionali residenti nella Repubblica dominicana. Intorno a noi ci sono sempre visioni delittuose o immorali: prostituzione, pedofilia, mafie varie, bancarotte, latitanti in fuga da condanne penali in Italia. Del resto poi la mancanza di un trattato sull’estradizione non impedisce che le deportazioni avvengano regolarmente”.
“Chi legge questo articolo non fa fatica a credere a ogni parola”, prosegue Tavano, che poi sottolinea: “Noi sappiamo che non è così. Se poi uomini e donne single trovano qui un partner non penso che ciò sia condannabile da parte di nessuno. Si tratta di due popoli molto affini anche dal punto di vista della cultura e non solo della lingua. Quindi è giusto che si cerchino, giusto che ci siano matrimoni misti, che nascano bambini appartenenti a entrambe le nazionalità. Questo mi sembra un arricchimento. La nostra è una comunità composta da persone in grandissima maggioranza oneste, qui radicata da oltre due secoli con 300.000 dominicani di origine italiana. Una comunità ben consapevole della sua italianità che segue molto da vicino le vicende italiane e che desidera godere dei servizi consolari, ma anche di quelli relativi alla diffusione della lingua per far sì che i tanti italo-dominicani possano avere accesso alla nostra cultura. E questo visto quel che sta capitando in Italia attualmente è sicuramente un arricchimento per entrambi i paesi – conclude Tavano -, soprattutto per il nostro che è in via di invecchiamento”.
Taglia corto invece Ricky Filosa, coordinatore del MAIE Centro America e Caraibi, residente a Santo Domingo da ormai vent’anni: “A me questo articolo pare una cagata pazzesca”.
Esponenti della comunità, dirigenti di associazioni e connazionali in genere criticano con forza l’articolo in questione. Non ci stanno a passare per una comunità di mafiosi o di magnaccia. Semplicemente perché non è affatto così.
Ivo Bellaccini, presidente dell’Associazione dei Pensionati della RD commenta: “In questo articolo ci sono molte cazzate. Nella Repubblica Dominicana ci vivono molti pensionati con le loro famiglie, molti imprenditori che vivono onestamente del loro lavoro. Non ho mai sentito parlare nè di mafia né tantomeno di mafia calabrese. Non mi sembra onesto diffondere notizie cosi palesemente false ed assurde. La presenza nel passato di alcuni personaggi poco puliti – conclude Bellaccini, rivolgendosi alla redazione di Fanpage – non vi autorizza a dire che siamo tutti uguali”.
Lorenzo Dal Mas: “Penso che articoli di questo tipo siano inopportuni, sono un’ottima scusa per il comportamento scellerato dei nostri governanti e contribuiscono a rafforzare l’opinione che hanno in patria di noi qui residenti, ossia di una accozzaglia di delinquenti, depravati e nababbi eternamente in vacanza. Noi sappiamo che non è così, come sappiamo che esistono casi come quelli riportati, ma tali personaggi non meritano visibilità e pubblicità. Dovremmo parlare tutti i giorni, invece, della moltitudine di gente onesta, tranquilla e lavoratrice, in alcuni casi benefattori, gente perbene che non merita di essere coinvolta e accomunata alla feccia. Facciamoci un favore, isoliamo ed oscuriamo tali personaggi e forse avremo più credito e credibilità in patria quando andremo a reclamare i nostri sacrosanti diritti”.
Eugenio Austria: “Sono i soliti articoli spargi fango che vanno tanto di moda, ormai dopo cinque anni qui con tutta la mia famiglia mi sono reso conto di una cosa che è così normale da sfiorare la banalità: ci sono persone per bene e delinquenti in tutte le comunità, non credo che quella italiana abbia una maggioranza di delinquenti, anche perché come tutti sanno finire in una galera dominicana non è salutare ed è molto facile”.
Luca Pellegrini: “Colui che scrive ha scritto da par suo. Se non é stato capace di incontrare il 90% pulito ma solo la feccia… non c’e’ bisogno di commentare oltre”. Luca ha proprio ragione.
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