Giorgio Fthia, sul magazine online del CTIM – Comitato Tricolore per gli italiani nel Mondo “Prima di tutto… italiani”, lancia l’allarme: è a rischio la birra italiana.
“Che succede se nella birra non si dovrà indicare il minimo saccarometrico? Stiamo parlando del malto, ovvero l’ingrediente principale della birra. Se l’Ue deciderà di imporre all’Italia la deregolamentazione di questo aspetto ci potrebbe essere il rischio che i produttori birrai abbassino la qualità del loro prodotto? L’interrogativo nasce all’indomani della decisione comunitaria di escludere dall’obbligo di etichettatura l’indicazione di molte informazioni su cibi e bevande”.
“C’è quindi la possibilità – si legge ancora – che vengano bypassate le prescrizioni italiane notoriamente le più severe al mondo? Alcuni tecnici, tra cui un legale italiano, hanno detto pubblicamente che in questo modo l’Ue eliminerà l’obbligo di indicare il minimo saccarometrico delle birre. Si potrebbe in questo modo andare incontro ad una perdita di posizioni nelle classifiche delle birre nazionali che vedono l’Italia occupare il primo posto in Europa, su 29 Paesi censiti, addirittura precedendo la Germania”.
“Un passaggio delicato e significativo – sottolinea la rivista “Prima di tutto italiani” – che mette ancora in difficoltà il made in Italy nel silenzio generale della politica e dei grandi media, occupati dalle vicende legate al post elezioni italiane. Un altro errore, dopo quelli commessi nella tardiva lotta contro il parmesan, o i mille prodotti contraffatti che hanno avuto come conseguenza diretta milioni di euro di danni all’agroalimentare del nostro paese”.