Mi ha fatto uno starno effetto colloquiare in italiano con la massima carica della Repubblica Argentina e con il Sindaco di Vicente Lopez. La prima era Gabriela Michetti, Vice Presidente dell’Argentina che il giorno della premiazione era in realtà Presidente in quanto Mauricio Macri era in viaggio fuori dal Paese. Con lei abbiamo parlato dell’invito del Sindaco di Macerata Romano Carancini a visitare la città di provenienza di suo nonno in occasione della stagione lirica nel famoso Sferisterio, uno dei maggiori teatri lirici d’Europa, nell’estate del prossimo anno.
Infatti, quando, a sorpresa, è stato proiettato il video con i saluti del primo cittadino, lei, che capisce perfettamente l’italiano e lo parla anche un po’, si è molto commossa e lo ha dichiarato nel suo discorso di ringraziamento. Ha detto che aspetta con ansia la lettera ufficiale d’invito da parte del Sindaco.
L’ho anche informata dell’arrivo – tramite Marco Ribechi del quotidiano online Cronache Maceratesi – di alcune lettere inviate da maceratesi che dimostrerebbero la loro parentela con lei. Visibilmente molto interessata, mi ha chiesto di fargliele avere subito così come sono, in italiano.
L’altro era Jorge Macri, cugino primo del Presidente Macri e figlio di Tonino Macri, il compianto Vice Segretario del CGIE.
Gli ho ricordati che ci eravamo incontrati nel 2003, l’anno dopo la morte del papà, a Roma quando, proprio a suo nome, sull’Altare della Patria ritirò il Premio Italiani nel Mondo dalle mani del Ministro Mirko Tremaglia. Mi ha confermato come anche in famiglia Tonino parlasse molto del suo impegno nella lotta per il voto all’estero e del suo grande amore per la comunità italiana.
Il Premio L’Italiano, alla sua quarta edizione, è stato l’evento attorno al quale si è sviluppata la Settimana de L’Italiano a Buenos Aires che prevedeva anche l’attesissima Settimana della Cucina Italiana organizzata da Pietro Sorba e Tullio Zembo con la Notte della Cucina Lucana curata dagli chef venuti dalla Regione Basilicata Vito Amato e Giovanni Battista Guastamacchia, la conferenza delle professoresse Donatella Strangio di Sapienza e Rosa Tomborrino del Politecnico di Torino ed il concerto di pianoforte del Maestro Alessandro Vena.
Stupore ed ammirazione sono stati espressi dall’On. Ricardo Merlo, presidente del MAIE, che ha partecipato per la prima volta ed ha dichiarato: “Questa è la via maestra per la valorizzazione dell’italianità nell’ambito del concetto di comunità italiana allargato agli argentini di terza e quarta generazione che, pur essendo arrivati ai vertici della società, rivendicano con orgoglio le loro radici”.
Vecchi amici del Premio, come il Sen. Claudio Zin, presente a tutte le edizioni e premiato lui stesso lo scorso anno, hanno rimarcato come l’evento si sia affermato come evento clou nel panorama argentino. In effetti anche noi organizzatori (oltre a me Tullio Zembo, Arturo Curatola e Marcelo Bomrad), siamo piacevolmente sorpresi nel constatare come ormai ci sia una specie di corsa ad ottenere il riconoscimento da parte di grandi personalità che, quando preparavamo la prima edizione, neppure sognavamo di potere contattare. Sì, si può affermare che il Premio L’Italiano sia diventato una specie di Nobel per l’italianità.
Entusiasta Teresa Castaldo, Ambasciatore d’Italia, che ha sempre creduto ed appoggiato l’iniziativa fin dall’inizio perché – per dirla con le parole del Console Generale di Buenos Aires, Riccardo Smimmo, che, essendo arrivato recentemente, era alla sua prima esperienza – “iniziative come questa, emotivamente coinvolgenti per tutti, sono la vera chiave di volta per acquisire alla ‘nostra causa’ tanti eminenti personaggi di origini italiane”.
Oltre a Gabriela Michetti e Jorge Macri è stato premiato un altro esponente del governo, il Ministro della Cultura Pablo Avelluto. Ma lo è stato anche un eminente esponente del peronismo attualmente all’opposizione, Julio Barbaro. E poi il famoso Pubblico Ministero José Maria Campagnoli, Jorge Rizzo, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Buenos Aires, Juan Carlos Sacco, Segretario dell’Unione Industriale Argentina, Alberto Felix Crescenti, Direttore del SAME (Sistema de Atención Médica de Emergencias), Maria Cristina Galoppo, Direttrice dell’ospedale pediatrico Hospital Gutiérrez, Juan Carlos Parodi, chirurgo cardiovascolare, che ha ideato sistemi che hanno ridotto fino al 50% il rischio di morte per alcune patologie.
In ultimo mi piace soffermarmi, per ragioni diverse, su due dei premiati. Il primo è Franco Rinaldi, un esserino umano di massimo 20 chili, alto un metro che si muove su una minuscola carrozzina. Affetto dalla nascita da osteogenesi imperfetta, ha ossa fragilissime, “di cristallo” ed ha subito innumerevoli operazioni. La sua è davvero una dura lotta per sopravvivere, figuriamoci la lotta per affermarsi nella vita. Però, malgrado tutto e tutti, è riuscito ad affermarsi come politologo e scrittore ed è membro dell’ Auditoría General de la Nación (la Corte dei Conti argentina). Una mente eccelsa in un corpo infelice, come traspare da due occhi grandi, penetranti, intensi. Il secondo è Claudio Savoia, un grande giornalista, redattore del Clarin, il più importante quotidiano argentino. Non so come spiegare il mio orgoglio nel sentirmi chiamare pubblicamente “illustre collega” da lui e sentirlo definire L’Italiano, che ho fondato e di cui sono l’editore, “un importantissimo quotidiano che svolge una funzione essenziale nel panorama della comunicazione argentina”. Perdonatemi, ma sto ancora volando,
D’altronde un aspetto che colpisce particolarmente che presenzia per la prima volta è la grande emotività che si respira nel corso della cerimonia. Ognuno dei premiati ha trasmesso e condiviso la commozione del ricordo dei nonni e dei loro racconti di una terra lontana a forma di stivale dove avevano lasciato un pezzo di cuore. E ognuno di loro ha manifestato l’orgoglio del comune senso di appartenenza e dei valori ricevuti in eredità.
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