“Caro Direttore, nel 1937 il governo federale dichiarò ufficiale il 10 ottobre come Columbus day in America. Gli americani non l’hanno mai accettato. Mai Colombo, sempre Columbus, “un genovese più spagnolo che altro” hanno scritto. “Uno che arrivò nel nuovo mondo il 12 ottobre 1492 credendo di essere arrivato nelle Indie”. “Rubò a piene mani per portare i tesori alla regina di Spagna”. Cose carine così… Oggi è partita una lotta aperta per eliminare il Columbus day e sostituirlo con Indigenous People’s day. Ne parlano radio e tv. Insomma l’America che non ci vuole bene, anzi che ci disprezza. Il tuo giornale (che mi piace moltissimo) ha un particolare stile, diverso da tante altre testate. Quindi non so se ti va di dedicare un tuo pensiero pungente a questa cosa. Buon lavoro. Benny Manocchia”. Così una lettera di un italiano residente negli Usa.
Risponde Cesare Lanza: “Mi sembra ininfluente che Colombo ritenesse di essere approdato nelle Indie. Se l’America oggi esiste, lo deve comunque a quell’impresa, al viaggio del nostro Cristoforo e allo sbarco in una terra all’epoca sconosciuta nel mondo”.
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